Il comizio isterico di Conte alla Camera: “Lei presidente Meloni ci sta portando alla guerra”

22 Mar 2023 14:28 - di Stefania Campitelli

Svociato per aver dato voce, “a pochi chilometri da qui” alle proteste degli esodati del superbonus, Giuseppe Conte alla Camera si esibisce in un comizio da capopolo contro il governo Meloni. “Siete a 5 mesi dall’inizio del mandato e vi dimostrate del tutto inadeguati”, va all’attacco il leader 5Stelle annunciando il no alla risoluzione sulle comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo di domani.

Conte al governo: siete pericolosi e inadeguati

Dal caso Donzelli-Del Mastro all’utero in affitto, dal manager che cita Mussolini (con tanto di lapsus confondendo Andreotti con Matteotti) alla patrimoniale ‘mascherata’ è un crescendo di invettive che si concludono dando della ‘faccia di bronzo’ al premier. Tra i sorrisi compiacenti dei deputati 5Stelle. Un attacco sguaiato ad alzo zero nel tentativo di saldare l’intesa con Schlein e spostare l’asse del Pd. Non a caso il segretario dem dà forfait al dibattito in Aula e decide di non intervenire per non sottrarre i riflettori all’ex avvocato del popolo.

“Lei sta portando l’Italia alla guerra”

Sulla guerra in Ucraina Conte dà il meglio di sé. Accusando il premier di condurre il Paese verso il conflitto, seguendo gli ordini degli alleati Usa e dei ‘fratelli di Visegrad”. “Ci dica lei che cosa ha detto a Zelensky”, insiste citando le indicazioni pericolose del suo maitre à penser Orban”. “Lei – innalza l’asticella il leader pentastellato – sta portando l’Italia in guerra esibendo un piglio coraggioso. Come chi si limita a prendere ordini dagli  alleati che hanno solo voglia di alimentare il conflitto”.

Il coraggio ha bisogno di sforzi creativi…

“Il nostro Paese – ripete come un disco incantato – deve mettersi a capo di uno sforzo diplomatico che costringa tutti a misurarsi con una via d’uscita politica”. E giù con la narrazione di un governo autoritario, guerrafondaio, pericoloso. Poi la citazione a effetto di Schuman. “Gli italiani riconoscono il coraggio a chi è capace di sforzi creativi”.

Sulle armi Meloni ha mostrato una faccia di bronzo

Ancora più ispido sul terreno minato dell’invio di aiuti militari a Kiev. “Ieri ha detto che sulle armi ci mette la faccia. Prendiamo atto del suo schietto appoggio alla lobby delle armi. Mentre non ascolta il grido di dolore di famiglie e imprese. Poù che la faccia parlerei di faccia di bronzo”.

La verità l’ha schiaffeggiata, ne prenda atto

E ancora in un’escalation di bile e retorica. “Lei con il suo partito vi aggrappate alla retorica nazionalista ma la verità l’ha schiaffeggiata”. Poi il consiglio “disinteressato”. “Quando ero premier ho chiesto sanzioni economiche a chi non procede alla redistribuzione degli immigrati. Lo faccia anche lei. Lo imponga ai suoi amici europei”, conclude Conte. Levandosi l’ultimo sassolino di scarpa.

Non ha portato nulla dal tavolo europeo

Eccola la vendetta da scolaretto dopo le parole di Meloni di ieri “preferirei dimettermi piuttosto che andare in ginocchio in Europa come ha fatto Conte”.  “Lei non ha portato nulla dal tavolo dell’Europa”, dice chiudendo con un effetto pirotecnico. Citando le parole dell’allora capo dell’opposizione Meloni che riconosceva meriti al governo Conte. Correva l’anno 2020.

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