Gli “arcobaleno” vogliono toglierci anche la festa del Papà, in nome dei genitori “neutri”

18 Mar 2023 16:35 - di Alfredo Antoniozzi *

Domani è la festa del papà e sembra che sia peccato anche festeggiarla perché, cosi si dice, si urterebbe la suscettibilità di chi ha perso il padre o, addirittura, di chi ( se c’è) ha due madri . Se fosse vera questa assurda teoria non potremmo a maggio festeggiare la mamma (offenderemmo chi è senza figli), a dicembre il Natale ( e infatti c’è chi vieta il presepe ..), né la Pasqua.

Insomma, uno stato laico secondo lor signori significa una sorta di silenzio tombale su tutto. Perdere un genitore in tenera età è un dolore atroce ma la capacità di resilienza e il ricordo perpetuo che una persona si porta non vengono certo scalfite da una zeppola a San Giuseppe. Il relativismo assoluto vorrebbe imporre un calendario civile rigorosamente ortodosso in cui è possibile celebrare il gay pride ma è vietato anche dirsi cattolici a Pasqua o Natale. E’ finanche inutile ricordare che uno stato laico riconosce i diritti di tutti, ovviamente anche quelli religiosi o sessuali e di espressione in generale: per questo rispettiamo profondamente le ricorrenze ebraiche o musulmane e sappiamo che è giusto e legittimo proporre le proprie idee su qualsiasi argomento purchè non contengano violenza e odio .

La tradizione non è un peso arcaico ma un insieme di valori che si tramandano. E le tradizioni, lo sappiamo soprattutto da ciò che accade nei nostri borghi, garantiscono continuità, pluralismo culturale, identità, senso comune di appartenenza. Se seguissimo i sacerdoti dell’arcobaleno, che chiedono legittimazione per ogni tipo di famiglia ma vedono come un peso quella tradizionale, dovremmo dire ai francesi di non celebrare il 14 luglio perché i monarchici si sentirebbero lesi di un loro diritto.

Noi il 19 marzo, invece, lo festeggiamo. Per i papà che sono vivi, per quelli che non ci sono più, per rivendicare che la genitorialità, in tutte e due le sue espressioni, è una dimensione bella e certo non facile. Togliere ai bambini, nel loro periodo più bello, ogni manifestazione di bellezza e di condivisione non è indice di buona pedagogia. Siamo tutti uguali , nel mondo, con le nostre idee e la nostra libertà. E nessuna liturgia laica potrà mettere in dubbio una certezza frutta delle lotte sociali. Auguri a tutti i papà.

*Vice capogruppo Fratelli d’Italia Camera dei deputati

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