Francia, i diritti delle donne secondo Macron: scure sulle pensioni, ma aborto in Costituzione
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un’accelerazione sul suo vecchio progetto dell’inserimento del «diritto all’aborto» in Costituzione. L’ha fatto ieri, 8 marzo, nel contesto non solo della Giornata internazionale delle donne, ma anche di una Francia in rivolta per la riforma delle pensioni. Una riforma che per tutti gli osservatori, femministe in testa, penalizza principalmente le donne, a partire dalla contrazione dei benefici legati alla maternità. Fra quanti hanno criticato questo aspetto c’è anche il leader di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che però è anche uno dei principali sostenitori dell’idea di inserire il diritto all’aborto in Costituzione. Per questo, l’annuncio di ieri di Macron è apparso a molti una mossa tutta politica e carica di elementi ipocriti e strumentali.
L’annuncio di Macron sul «diritto all’aborto» in Costituzione
A proposito del diritto all’aborto in Costituzione, Macron ha detto che «nei prossimi mesi» il suo governo presenterà un disegno di legge al riguardo. Si tratta di un vecchio pallino dell’inquilino dell’Eliseo, che ormai più di un anno fa voleva imporre la stessa linea anche all’Ue, promuovendo l’introduzione di questo “diritto” all’interno della Carta dei diritti fondamentali comunitaria. In Francia le cose sono andate un po’ avanti, non senza difficoltà e incidenti. L’Assemblea nazionale e il Senato, infatti, sul tema dell’aborto in Costituzione hanno approvato, sì, ciascuno un testo, ma con una differenza sostanziale: la Camera alta ha fato sparire il riferimento al «diritto», centrale per la sinistra. Dunque, checché ne dica Macron, la strada per il “diritto all’aborto” in Costituzione si presenta in salita, anche se a presentare il disegno di legge sarà il governo: servirà comunque una maggioranza dei tre quinti del Parlamento riunito in seduta comune (in caso di ddl di iniziativa parlamentare, invece, serve l’approvazione di un identico testo nelle due Camere e un referendum).
Le donne in piazza contro la riforma delle pensioni
Certo, se si è convinti che il diritto all’aborto in Costituzione sia una grande conquista per le donne, è piuttosto coerente presentare l’iniziativa l’8 marzo. Ma a sollevare sospetti che dietro l’annuncio di Macron ci siano ragioni che esulano dagli interessi delle donne e che, anzi, puntano nella direzione opposta ci sono anche soggetti da sempre impegnati nelle battaglie abortiste. Succede in Francia, dove Macron è stato accusato di strumentalizzare la battaglia e la memoria di Gisèle Halimi, l’attivista cui è stata dedicata, dalle femministe e dal figlio di Halimi, Serge, che tra l’altro è l’ex direttore di Monde Diplomatique, e succede in Italia, dove anche un giornale come il Manifesto non ha mancato di sottolineare la coincidenza temporale tra le migliaia di donne in piazza a difesa delle proprie pensioni e l’annuncio sull’aborto, che ha tutta l’aria di essere anche un tentativo di rabbonire Mélenchon. «Ed eccoci ancora una volta in un momento in cui l’8 marzo corrisponde a una lotta globale del nostro popolo: il diritto alla pensione e il rifiuto della pensione a 64 anni, sapendo che quelle che pagheranno il prezzo più alto per questa riforma sono le donne», ha detto il leader La France Insoumise, che però ora si trova sull’altro piatto della bilancia il tema tanto caro dell’Igv.