Docente di Belle Arti arrestato in Nepal: Tiziano Ronchi è accusato di aver “profanato” un tempio
Tiziano Ronchi, docente bresciano di Arti visive all’Accademia Santa Giulia, è stato fermato in Nepal con l’accusa di aver “profanato” un tempio induista, tentando di appropriarsi di reperti archeologici. Il professore bresciano è al momento ricoverato in un ospedale e gli è impedito di lasciare il Paese.
La famiglia è in costante contatto con la Farnesina e con il Consolato. Secondo le autorità nepalesi, Ronchi avrebbe raccolto un frammento ligneo appoggiato sul pavimento durante una visita nel tempio induista di Taleju, a Bhaktapur. Secondo quanto riportato dal media nepalese myRepùblica, “un testimone oculare ha riferito di aver visto il cittadino straniero che cercava di rimuovere la statua di metallo con un coltello e ha informato i soldati dell’esercito nepalese a guardia del tempio. Lo straniero ha cercato di scappare ma è stato successivamente arrestato e consegnato alla polizia”.
Secondo il capo del Dipartimento di Archeologia, Aruna Nakam, l’italiano sarebbe entrato in città “senza pagare il biglietto di ingresso” ed è stato arrestato e consegnato alla polizia “per le azioni necessarie ai sensi dell’Ancient Monuments Preservation Act 2013″.
Tiziano Ronchi era partito dall’Italia a gennaio
Docente di arte all’accademia Belle Arti Santa Giulia dove ha la cattedra del corso di decorazione, Ronchi era partito dall’Italia il 31 gennaio per un lungo viaggio tra India e Nepal che sarebbe dovuto terminare il 6 marzo. Ma l’arresto il 4 marzo ha sconvolto la sua vacanza e la sua famiglia in Italia.
“Sta bene, è provato, ma non ha segni di maltrattamenti stando a quello che ho potuto vedere nel corso di una videochiamata”, racconta la madre in costante contatto con la Farnesina che sta seguendo la vicenda del nostro connazionale. “Sono state cambiate cinque o sei volte le accuse, siamo ancora in attesa di conoscere il capo di imputazione definitivo ma, per come conosco mio figlio, è tutto assurdo” commenta la madre in attesa di avere chiarezza e che vive con comprensibile angoscia la situazione. “Mi sembra assurdo. Quando gli ho parlato mi ha detto di aver raccolto da una catasta di detriti dei piccoli frammenti in legno. Degli operatori lo hanno invitato a lasciarli a terra e lui si è scusato e lo ha fatto. Poco dopo è stato fermato” è la ricostruzione della famiglia del bresciano appassionato di arte e di trekking.