Cospito, 5 giorni per decidere sul differimento pena. La Procura Generale contraria

24 Mar 2023 16:42 - di Paolo Lami

Hanno cinque giorni di tempo per decidere i giudici del Tribunale della Sorveglianza di Milano che si sono riservati al termine dell’udienza – durata circa due ore – sulla richiesta di differimento pena “per motivi di salute” per Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso per protestare contro il regime del 41 bis.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, chiede che Cospito possa scontare la sua pena ai domiciliari, a casa della sorella.

I giudici – la presidente del Tribunale di Sorveglianza, Giovanna Di Rosa, il magistrato Ornella Anedda e due esperti – dovranno tener conto della scelta di Cospito di non alimentarsi e su questo punto le sentenze della Cassazione sono piuttosto esplicite nel considerare la scelta del detenuto di rifiutare il cibo “non un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari”.

La valutazione attiene anche la “compatibilità” con il carcere, la possibilità di garantire le cure da casa e “l’umanità” della pena dietro le sbarre dato lo stato di salute di Cospito. Che si trova all’ospedale San Paolo a causa delle sue condizioni di salute, stabili ma precarie, dopo la decisione di proseguire da cinque mesi lo sciopero della fame contro il regime del 41 bis.

La procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni e il pg, Nicola Balice hanno espresso parere negativo durante l’udienza sulla richiesta di differimento pena “per motivi di salute” per Cospito,

Ma quello della Procura generale è un parere non vincolante per i giudici del Tribunale di Sorveglianza che dovranno decidere con un provvedimento motivato.

Al termine dell’udienza l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha spiegato che Cospito è pronto a terminare la sua protesta se gli venisse concesso “di tornare a casa” oppure se il Tribunale di Sorveglianza “liberasse altri detenuti dal 41 bis” in particolare “persone anziane e malate che vogliono tornare a riabbracciare la propria moglie dopo 30 anni” di duro regime carcerario.

 

 

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