Capitol Hill, Trump accusa il suo ex-vice: «L’assalto del 6 gennaio fu colpa di Pence»
L’attacco al Congresso da parte dei sostenitori di Donald Trump che non volevano la ratifica della vittoria di Joe Biden è tutta colpa di Mike Pence. È stato lo stesso ex-presidente Usa ad accusare il suo allora vice parlando con i giornalisti. È accaduto poco prima del suo primo comizio in Iowa dall’inizio della sua nuova campagna elettorale per la Casa Bianca. «Se lui avesse rimandato i voti alle Assemblee legislative degli Stati – è la tesi di Trump -, non avrebbero avuto problemi il 6 gennaio. Così per molte ragioni si può incolpare lui per il 6 gennaio».
Così Trump ai giornalisti in Iowa
Il tycoon si riferisce al rifiuto opposto da Pence alla sua richiesta di non riconoscere la vittoria elettorale di Joe Biden. Una tesi alquanto ardita se solo si considera che un gesto del genere avrebbe innescato reazioni a catena, e non tutte controllabili. Ma Trump ne è convinto. «Se avesse rimandato i voti in Pennsylvania, Georgia, Arizona – ha infatti continuato riferendosi agli Stati chiave vinti dal suo rivale – credo che, per prima cosa, avremmo avuto un risultato ben differente. Ma credo anche che non avremmo avuto il 6 gennaio».
I due si scontreranno probabilmente alle primarie
L’affondo a Pence, citato da gran parte dei media come uno dei possibili candidati alla nomination repubblicana, è arrivato in risposta all’attacco rivoltogli la scorsa settimana dal suo ex vice. Pence aveva infatti detto che «la storia riterrà Donald Trump responsabile» per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio di due anni fa. Un attacc portato con toni insolitamente aggressivi, dietro i quali, però, l’ex presidente intravede il desiderio di Pence di sfidarlo alle primarie. «Immagino che abbia capito – ha affermato Trump – che essere cortese non funziona. Ma, sapete, sta facendo campagna elettorale, ci sta veramente provando. Ed è una brava persona, lo conosco ed abbiamo avuto una buona relazione fino alla fine».