Beppe Grillo e l’armatore della Moby, chiusa l’inchiesta: l’accusa è traffico di influenze illecite

10 Mar 2023 18:38 - di Carlo Marini
Beppe Grillo, Moby

La procura di Milano ha chiuso le indagini su Beppe Grillo, fondatore del Movimento Cinque Stelle, indagato dal gennaio scorso per traffico di influenze illecite per una serie di contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018-2019 dalla compagnia marittima Moby dell’armatore Vincenzo Onorato.

La chiusura d’indagine riguarda anche l’armatore che risulta indagato per lo stesso reato. Per l’ipotesi accusatoria la società di Grillo avrebbe percepito soldi “quale corrispettivo di un “accordo di partnership avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di contenuti redazionali per il marchio Moby”.

Dalle indagini, che avevano portato a perquisizioni da parte delle Fiamme gialle nel gennaio 2022, era emerso che sarebbero stati almeno tre i fronti al centro delle richieste di interventi pubblici che sarebbero state avanzate da Onorato al fondatore del M5s, il quale, a sua volta, le avrebbe girate ad autorevoli esponenti del M5S che avevano a che fare con i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, allora guidati il primo da Luigi Di Maio e poi da Stefano Patuanelli e il secondo da Danilo Toninelli (non indagati).

A conferma della richieste dell’armatore napoletano a Grillo per aiutare il gruppo che aveva una flotta di oltre 60 navi, sono state le chat agli atti dell’inchiesta in cui l’ex comico e Onorato sono finiti indagati per traffico di influenze illecite in merito ad un contratto pubblicitario per il 2018 e il 2019 tra Moby spa e la Beppe Grillo srl per un totale di 240 mila euro. Una cifra elevata, secondo le indagini del pm Cristiana Roveda e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, e non adeguata alle prestazioni fornite. Prestazioni ritenute modeste dato che l’accordo di partnership prevedeva per 10 mila euro mensili “inserimenti pubblicitari”, sotto forma di banner, sul blog del comico “non più di 2 volte al mese” e la pubblicazione di “contenuti redazionali”, come interviste a testimonial o articoli “sino ad un massimo di 1 al mese” e con un limite di estensione di “2000 vocaboli”.

Le Fiamme gialle avevano trovato nelle chat tra i due una serie di sollecitazioni che avrebbero riguardato il contenzioso civile tra Tirrenia in amministrazione straordinaria e il gruppo Onorato, la proroga della convenzione fra lo Stato e Compagnia Italiana di Navigazione per la continuità territoriale marittima e la limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani e comunitari.

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