Beethoven, genio e sregolatezza: il suo Dna rivela le cause della morte e un antico adulterio in famiglia

22 Mar 2023 19:05 - di Bianca Conte
Beethoven

A chi credeva che sul grande compositore tedesco, uno dei maggiori e più influenti di tutti i tempi, non ci fosse nulla da aggiungere si sbagliava. E oggi un team di ricercatori lo ha dimostrato con uno studio sul codice genetico di colui che è universalmente riconosciuto come una figura cruciale della musica colta occidentale. L’analisi, condotta dall’Università di Cambridge. Dall’Ira F. Brilliant Center for Beethoven Studies, dall’American Beethoven Society, dalla KU Leuven. E ancora: da FamilyTreeDna. In collaborazione con l’Ospedale Universitario di Bonn e dell’Università di Bonn. Della Beethoven-Haus di Bonn e dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evolutiva, ha scoperto infatti importanti informazioni sulla salute del compositore. Ponendo tra le righe nuovi interrogativi sulla sua ascendenza. E soprattutto sulla reale causa della sua morte.

Beethoven, nuovi indizi sulla causa della morte dal suo Dna

Ma procediamo con ordine. Dunque, il codice genetico del compositore tedesco è stato sequenziato per la prima volta dopo due secoli a partire da cinque ciocche di capelli, risalenti ai suoi ultimi 7 anni di vita. E a lui attribuite con un ampio margine di sicurezza. Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology dall’Università britannica di Cambridge e dall’Istituto tedesco Max Planck per l’antropologia evolutiva di Lipsia, intanto ha chiarito un punto cruciale: Beethoven non è morto a causa di un avvelenamento da piombo. Il fattore da molti considerato l’elemento che ne avrebbe provocato un deperimento. E in seguito la morte.

Il grande compositore tedesco non morì per avvelenamento da piombo

Lo studio in questione, infatti, oltre che smentire definitivamente il decesso per avvelenamento dal piombo, dimostra che sarebbero stati i disturbi gastrointestinali cronici, provocati da possibile celiachia e intolleranza al lattosio. E che, collegati a fattori di rischio genetici per le malattie del fegato, una grave malattia epatica che culminò in una cirrosi – legata al suo frequente consumo di alcol – e l’epatite B contratta negli ultimi mesi di vita, i fattori che provocarono molto probabilmente la morte di Ludwig van Beethoven, scomparso all’età di 56 anni.

L’analisi del Dna da 5 ciocche di capelli svela anche un antico tradimento in famiglia

Non solo. Dall’analisi è emerso anche che il cromosoma Y del compositore non corrisponde a quello di nessuno dei suoi cinque attuali discendenti, che condividono con lui un antenato comune per via paterna. Ciò indica che, in qualche momento, nel corso delle sette generazioni successive, deve essere avvenuto almeno un concepimento extra coniugale dopo la nascita dell’antenato comune: Hendrik van Beethoven nel 1572. Infine, nonostante l’obiettivo principale dello studio era quello di far luce sui problemi di salute di Beethoven. Che notoriamente includevano la progressiva perdita dell’udito, iniziata tra i 20 e i 30 anni. E che alla fine lo portò a essere funzionalmente sordo nel 1818. Il team di scienziati non è riuscito a trovare una causa definitiva per la sordità.

Beethoven, genio e sregolatezza: il consumo di alcol e i problemi al fegato…

Mentre, sugli eccessi alcolici del grande musicista tedesco, studi e riscontri sono più netti. In particolare, il professore Tristan Begg ha dichiarato: «Dai libri di conversazione di Beethoven, che utilizzò nell’ultimo decennio della sua vita, possiamo supporre che il suo consumo di alcol fosse molto regolare. Anche se è difficile stimare i volumi consumati. Sebbene la maggior parte dei suoi contemporanei sostenga che il suo consumo fosse moderato per gli standard viennesi dell’inizio del XIX secolo, non c’è un accordo completo tra queste fonti. Ed è probabile che questo consumo ammontasse a quantità di alcol oggi note come dannose per il fegato. Se il suo consumo di alcol è stato sufficientemente intenso per un periodo di tempo abbastanza lungo, l’interazione con i suoi fattori di rischio genetici rappresenta dunque una possibile spiegazione della sua patologia epatica».

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