Angiola Filipponio Tatarella, tanti ricordi, nessun rimpianto. Meloni? “In lei, l’intelligenza politica e la determinazione di Pinuccio”
Elegante, raffinata, colta, Angiola Filipponio Tatarella è la protagonista di un’intervista-ritratto che le dedica oggi la Repubblica nelle sue pagine di Bari. Un’incursione nella vita della ex deputata, eletta nel 2006 nelle fila di Alleanza Nazionale; ex assessora alla Cultura con Simeone Di Cagno Abbrescia. E Professore ordinario di Filosofia del diritto presso l’Università degli Studi di Bari. E che oggi si dice «orgogliosa» per la sua recentissima nomina nel Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici» Ma è soprattutto in veste di moglie di Giuseppe Tatarella, padre nobile della destra di governo e indimenticabile «ministro dell’armonia», che il quotidiano stila il suo ritratto di donna e di professionista in carriera. «Bella e vanitosa» – come si definisce lei stessa nell’intervista – che stregò «Pinuccio quando non era ancora Tatarella… ma si intuiva che lo sarebbe diventato».
Angiola Filipponio Tatarella, l’intervista-ritratto
E a proposito di intuizioni felici e lungimiranza, tornando indietro nel tempo fino al 2006 – anno della sua elezione alla Camera dei deputati – Angiola Filipponio Tatarella racconta nell’intervista il suo incontro con Giorgia Meloni, a cui la legano ricordi di una vita accanto a Giuseppe Tatarella, stima e ammirazione. «In lei vedo la stessa intelligenza politica e la stessa determinazione di Pinuccio – sottolinea –. Ricordo quando Fini ci convocò per annunciarci a sorpresa che aveva scelto Giorgia per la vicepresidenza della Camera. Lei stessa a cena, quella sera, disse a me e a Daniela Santanchè che era preoccupatissima. Ma il suo esordio fu quello di una che sapeva tutto». Una secchiona? Chiede il giornalista. «No, una donna intelligente – replica netta l’intervistata –. E le persone intelligenti studiano. Durante gli esami detestavo i brillantini, ovvero quelli che fingono di conoscere tutto. Apprezzavo chi arrivava da un istituto tecnico, invece, e aveva fatto uno sforzo enorme per studiare la filosofia».
Giorgia Meloni? «In lei vedo la stessa intelligenza politica e la stessa determinazione di Pinuccio»
Stima, amicizia, rispetto e prestigio. Inevitabile la domanda sugli amici a destra e sinistra. Curiosità che Angiola Filipponio Tatarella soddisfa tranquillamente rispondendo: «Gianfranco Fini è un fratello. E ho un rapporto meraviglioso con Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e soprattutto con Italo Bocchino, che è stato l’ultimo delfino di mio marito». E Berlusconi? «Lo conobbi a un pranzo dopo l’inaugurazione della Fiera. Ero seduta accanto a lui e fu davvero delizioso, un gentiluomo pazzesco». Quanto ai legami stretti negli anni con esponenti di sinistra, poi, Lady Tatarella non ha dubbi: «Uno su tutti è Luciano Violante, con lui era nata una grandissima amicizia fra giovani di belle speranze».
Angiola Filipponio Tatarella, istantanee sulla politica, tanti ricordi e nessun rimpianto
E poi, tra istantanee sulla politica in anni ruggenti e prolifici, nella pagina monografica che la Repubblica le dedica, ancora tanti ricordi. Dal primo incontro con Pinuccio: «Avevo 16 anni e una mattina marinai il liceo, ci ritrovammo a un corteo per Trieste. Pinuccio era con un mio amico: “Chi è quella ragazza?”, gli chiese. “È la donna che sposerò”». «Ci fidanzammo un anno dopo». Un’unione indissolubile anche sul fronte politico: «A Cerignola non esisteva la Dc: o eri nel Partito comunista con Giuseppe Di Vittorio oppure eri missino». Una unione a 360 gradi, speziata da una sana gelosia di coppia: «Ricordo le scenate quando indossavo i miei abiti scollati: la sarta mi consigliò di usare una spilla quando li provavo davanti a lui». E infine, nessun rimpianto. Neppure per i figli che non hanno avuto: «Nessun rammarico. Ne ho tanti adottivi, a partire dai miei nipoti».