Anarchici, nuovo attentato incendiario in nome di Cospito: a Lucca ordigni sotto due tralicci
Nuovo attentato incendiario da parte degli anarchici, stavolta fallito, in nome di Alfredo Cospito. Sulle colline lucchesi, nel territorio di Capannori, sono stati trovati ordigni inesplosi alla base di due tralicci e, poco distante, la scritta «Distruggere la megamacchina, vendetta per Alfredo».
Gli ordigni inesplosi trovati sotto due tralicci
Gli ordigni sono stati segnalati da alcuni addetti ai lavori, che hanno notato diverse bottiglie sospette nei pressi di un traliccio e hanno subito dato l’allarme. Sul posto, le alture delle Pizzorne, in località Pietrapertusa, è intervenuta la Digos della Questura di Lucca, insieme ai colleghi della polizia scientifica. Alla base del traliccio gli agenti hanno trovato bottiglie di plastica che contenevano un liquido di colore giallo e presentavano una sorta di innesco, tenuto insieme da nastro adesivo e costituito da diavolina e fiammiferi, dai quali fuoriusciva un pezzo di zampirone, solo parzialmente bruciato nella sua parte iniziale.
La “firma” degli anarchici: «Distruggere la megamacchina, vendetta per Alfredo»
I poliziotti, poi, hanno trovato lo stesso tipo di ordigno anche sotto un secondo traliccio poco distante, la cui rete di protezione era stata tagliata. Anche in questo caso il tentativo di far esplodere la bomba artigianale era andato fallito. Benché le indagini siano ancora in corso, sulla matrice del doppio attentato non sembrano esserci molti margini di dubbio: la scritta «Distruggere la megamacchina, vendetta per Alfredo», infatti, è stata trovata su una cabina elettrica vicino ai due tralicci.
Due giorni fa a Roma l’incendio delle auto delle Poste e degli scuolabus
L’episodio si segnala ad appena due giorni dalla distruzione a Roma di 16 mezzi di poste italiane e 22 scuolabus, rivendicata dai sodali di Cospito, almeno nel primo caso, con un messaggio su Telegram. Ma non è neanche la prima volta che nel Lucchese si verificano episodi come quello di questi giorni: già un paio di anni fa un ripetitore di telefonia era stato incendiato con bottiglie molotov e anche in quel caso si seguì la pista anarchica.