Alessia Morani minaccia la Schlein: “Dia dignità a tutti, altrimenti si rischia una fuga silenziosa”

30 Mar 2023 17:59 - di Angelica Orlandi
Schlein Morani

Alessia Morani, la minaccia. Il metodo Schlein non va. “Se si vuole dare davvero discontinuità e rafforzare la nostra identità si dia dignità a tutti; iscritti ed elettori delle primarie e si trovi il giusto spazio di rappresentanza per tutti i ‘pensieri’. Nessuno escluso“. Lo scrive  Morani, componente della commissione di garanzia del Pd, in un intervento durosu Huffington Post. Una “bomba” lanciata sulla segretaria. Un maldipancia accusato anche da  Andrea Marcucci, ex capogruppo dem al Senato. Che si era sfogato in mattinata con il Quotidiano Nazionale:  “Una minoranza esclusa di fatto dalla presidenza dei gruppi. Non era mai successo”. Un uno-due non certo indolore per Elly Schlein. Il Pd sta scoppiando.

Alessia Morani a gamba tesa sul metodo Schlein

Morani prosegue additando scelte non conformi alla storia del Pd: “In questi giorni – sottolinea – si stanno determinando le prime scelte nei ruoli chiave del Pd della nuova segretaria Elly Schlein. Non discuto della scelta delle persone: perché sia Chiara Braga che Francesco Boccia sono due colleghi di grande esperienza. Li conosco da anni e con loro ho collaborato proficuamente da diversi ruoli. Ciò che, invece, mi preoccupa è la capacità di dare rappresentanza al pensiero plurale del Pd, che è caratteristica connaturata alla sua vocazione maggioritaria”.

Alessia Morani a Schlein: “Serve più attenzione e buon senso”

Una capacità che senza tanti giri di parole che Schlein dimostra di non avere, secondo Morani: “Lo dico soprattutto in virtù di un risultato congressuale che è un unicum nella storia del nostro partito: gli iscritti del Pd hanno scelto una linea politica e una leadership; mentre gli elettori delle primarie, che sono per la stragrande maggioranza non iscritti, ne hanno scelto un’altra. La segretaria legittimamente eletta è indiscutibilmente Elly Schlein. E a lei spetta l’onore e l’onere delle scelte, come è chiara, d’altro canto, anche la contraddizione tra le due basi elettorali. E allora in una situazione così complessa serve un surplus di attenzione e buon senso nella composizione di quelli che sono i principali organi rappresentativi (istituzionali e di partito) del Pd”.

“I riformisti e i cattolici sono a disagio”

Il Pd rimarrà sempre una polveriera, in questo non delude mai. E’ sempre la caccia alle poltrone a profilarsi all’orizzonte. Anche se Morani nega: “Non è un problema di ‘poltrone’, ma di costruzione di una identità più chiara e di condivisione delle responsabilità. Per un pezzo importante della nostra base di militanti ed elettori è importante avere la possibilità di fare vivere un pensiero e di vederlo rappresentato. Non parlo solo dei riformisti ma anche di un pezzo di cattolici democratici che vivono il disagio di vedere l’amplificazione di alcune posizioni troppo ‘radicali’. Questa è la preoccupazione che sto raccogliendo da tanti e che non va confusa con la ormai mitologica lotta tra le correnti. Il rischio è che un pezzo di elettorato se ne vada senza fare rumore perché non trova più uno spazio politico agibile”. Dal web le rispondono in maniera irrisoria: “Siete a pezzi, se ne accorge solo ora?”

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