Sbarchi, Piantedosi: “Abbiamo impedito 21mila arrivi. È il primo risultato dell’azione di governo”
Impossibile misurare la stretta del governo Meloni sugli sbarchi in soli quattro mesi. Il ministro dell’Interno Piantedosi, in una lunga intervista al Giornale, fa il punto sull’escalation di immigrazione clandestina queste prime settimane del 2023: oltre 13mila sbarchi. “L’Italia – spiega – è al centro del Mediterraneo. Per chi vuole arrivare in Europa dall’Africa noi rappresentiamo il primo punto di approdo. Storicamente per questa posizione geografica subiamo le conseguenze delle crisi che ciclicamente vivono i Paesi del continente africano. Di fronte a questo possiamo contrapporre soprattutto la nostra tradizionale organizzazione per mitigare l’impatto sull’ordine pubblico“.
Migranti, Piantedosi: in soli quattro mesi è impossibile avere risultati eclatanti
La linea dura e i decreti restrittivi, contestati duramente dalle Ong, daranno risultati nel tempo. “Il governo, sin dal suo insediamento, ha messo tra le sue priorità quella del contrasto all’immigrazione irregolare. Il primo risultato tangibile è che, dopo anni di sottovalutazione, il fenomeno migratorio è ritornato al centro della discussione della Ue”. Un merito del presidente Meloni e del ministro Tajani. “Che hanno avviato importanti e troppo a lungo trascurate iniziative di raccordo con i Paesi. Soprattutto africani di origine e transito dei flussi migratori. Per concorrere e sostenere lo sviluppo sociale ed economico”.
“Grazie agli accordi con Libia e Tunisia abbiamo bloccato 21mila sbarchi”
È un programma ambizioso – riconosce il titolare del Viminale – che comporta azioni di lungo periodo. Che non possono essere giudicate dopo solo 4 mesi di governo. “Anche grazie alla nostra cooperazione le autorità tunisine e libiche, dal 1 novembre ad oggi, hanno scongiurato l’arrivo, rispettivamente, di quasi 13.000 e di oltre 9.000 migranti. Si tratta di un risultato importante”.
Superficiale e strumentale giudicarci in così poco tempo
Nessun allarmismo, invece, sulla possibilità che con i barconi possano arrivare in Italia e in Europa soggetti criminali o terroristi. “Le forze dell’ordine hanno in molteplici occasioni dimostrato di saper individuare le persone “a rischio” al momento dell’ingresso sul territorio nazionale”. Piantedosi rivolgendosi alle opposizioni insiste: “Trovo superficiale e talvolta anche un po’ strumentale la pretesa di giudicarci dopo solo 4 mesi di lavoro”.
La stretta degli Usa sui richiedenti asilo conferma che le regole non vanno
Poi una riflessione sul giro di vite dell’amministrazione Biden sulla concessione dei visti ai richiedenti asilo. «La manovra conferma che il problema dell’uso distorto e strumentale dello status di rifugiato e della protezione internazionale è un problema mondiale. La trasposizione nel nostro ordinamento di una simile misura deve necessariamente passare attraverso la revisione del quadro di regole europee. Il cosiddetto sistema di asilo comune imposto dal regolamento di Dublino”.
Se gli immigrati collaborassero si ridurrebbero i tempi di permanenza nei Cpr
Piantedosi poi non fa sconti alla narrazione dei “sequestri” dei clandestini nei Cpr. “Segnalo in ogni caso che il trattenimento presso tali centri avviene per cause in larga parte autoindotte da parte degli stessi interessati. Ingresso irregolare e rifiuto di collaborare per la loro compiuta identificazione. Basterebbe che le persone trattenute collaborassero con le forze di polizia esibendo i propri documenti, oppure aderissero a proposte di rimpatrio volontario assistito, per interrompere in pochissimo tempo la loro permanenza nei centri”