Sanremo, Gasparri: «Il massacro degli ucraini non doveva essere mischiato con il televoto»
«Mi è capitato molte volte di difendere la Rai. Anche da se stessa. In tal senso mi ero espresso, nei giorni scorsi, dicendo che l’accostamento tra una tragedia, quella del popolo ucraino, e il televoto di sabato sera per assegnare la vittoria di Sanremo, non mi sembrava rispettoso per il popolo ucraino e i suoi caduti, dalla cui parte siamo decisamente schierati contro l’aggressione russa». Lo afferma il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.
Gasparri sulla lettura del messaggio
L’esponente azzurro sottolinea: «Apprendo ora che non ci sarà un intervento video o una diretta di Zelensky, mentre ci si accingerà al televoto per il Festival della Canzone, ma solo la lettura di un messaggio». È di oggi, infatti, la notizia che non ci sarà un videomessaggio del presidente ucraino Volodomyr Zelensky a Sanremo, ma sarà letto da Amadeus solo un testo.
Gasparri: «Le tragedie sono tragedie e le canzoni sono canzoni»
Il senatore a questo punto osserva: «Sinceramente sarebbe stato meglio che la Rai non si fosse infilata in questa vicenda. Che non ho capito come sia nata. Forse dalla volontà di qualche autorevole esponente della galassia Rai più che da una decisione dei suoi vertici, che mi sono sembrati più coinvolti nell’iniziativa altrui, che promotori di iniziative proprie. Sentiremo lettere e messaggi di una vicenda gestita, devo immaginare, in totale autonomia dalla Rai. Resto convinto, come lo ero giorni fa, che le tragedie sono tragedie e le canzoni sono canzoni. La musica – conclude Gasparri – fa parte della cultura popolare e va rispettata. Ma il massacro degli ucraini non meritava di essere mischiato con il televoto».