Repubblica non ha il senso del ridicolo: Elly meglio di Giorgia, non è madre e non è eterosessuale

28 Feb 2023 18:31 - di Vittoria Belmonte
Elly Giorgia

Ora, non è che uno ce l’ha con Concita De Gregorio. Ma è che le sue articolesse sono troppo gustose e, scorrendo le righe, ci trovi sempre quell’inconscio, quel non detto, quel “segno” che ti dice della sinistra più di mille comizi e di tremila testi. Ora, lei va capita: fino a ieri si cimentava con la difesa improbabile di lady Soumahoro. Poi ha cominciato a recuperare ossigeno e gagliardìa. E vai con l’elegia per le prof democratiche che vigilano contro i neri manganellatori. E ora lei, Elly Schlein che vince le primarie. Un sogno. E’ l’eden ritrovato. La rivoluzione che finalmente è compiuta. Davvero, Concita scrive proprio così. Su Repubblica, ovviamente.

Ed ecco i due passaggi che rivelano l’entusiasmo irrefrenabile della nostra Concita. Il gusto per l’iperbole fino a sfiorare il ridicolo. Il primo. “«Come al solito non ci hanno visti arrivare», è stata la prima frase di Elly Schlein e milioni di ragazze, di madri figlie sorelle, hanno riconosciuto l’insegnamento primario: tu, quando vuoi fare qualcosa, intanto falla. Quando le cose cambiano devono trovarti già lì. Vai veloce, invisibile. Hanno riconosciuto quelle parole e hanno sorriso: erano uscite un attimo per andare al seggio, son tornate a casa e hanno acceso la tv. Il sorriso segreto di chi ha cambiato il suo tempo senza dare nell’occhio. «È la prima volta che voto qualcuno che vince», ha detto l’altra sera al comitato un’anziana militante. Ecco, questo. La rivoluzione senz’armi, senza testosterone, con la gentilezza ferma del sorriso”.

Avete letto bene? Milioni di donne rappresentate da Elly, dalla sua vittoria “gentile”. Ai gazebo sono andati circa un milione e duecento partecipanti alle primarie ma ecco che Schlein diventa colei che parla a milioni di donne e ne incarna le speranze femministe.

Ma mica basta così. Concita vuole superarsi. Tutti dicono che Elly è l’anti-Meloni? Lei fa di più, esagera: Elly è meglio. Ecco l’altro passaggio-chiave. “Non cambia, qui, solo la storia del Partito Democratico, della sinistra. Cambia lo scenario. Cambia la politica, ruota l’asse cartesiano della realtà. Improvvisamente, in una notte, la “donna nuova” Giorgia Meloni torna a essere quello che è: l’ultima erede di un partito del Novecento, una storia antica. Invecchia, Meloni, al cospetto di una donna ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo. Una giovane di questo tempo: non figlia politica di, non madre, fino all’altro giorno non iscritta al partito che guida, non eterosessuale, niente di tutto quel che rassicura i conservatori…”.

Dunque ricapitolando: Elly è più giovane di Meloni, non è madre, è bisex. E’ il top per la sinistra. Uno sfregio ai conservatori. Resterebbe da capire da quando, essere etero o essere madre è una cosa “da conservatori”, dunque di destra. Ma nella foga di spargere incenso, a Repubblica forse non si sono resi conto di parlare a vanvera.

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