Rai, l’affondo di Gasparri: «La trasmissione sull’Agro Pontino ridicolizza Viale Mazzini»
«Dalla Rai, soprattutto negli ultimi tempi, ne avevamo viste e sentite tante». Inizia così l’affondo di Maurizio Gasparri su Viale Mazzini, che continua a mettere in onda programmi quantomeno discutibili. «Mai saremmo arrivati a pensare, però, che, in nome di uno pseudo ambientalismo, si potessero rimpiangere la miseria e le malattie che erano ampiamente diffuse, fino ai primi decenni del secolo scorso, nell’Agro Pontino. Cioè prima delle bonifiche che per secoli erano state tentate. Continua senza sosta, infatti, il lancio della trasmissione di Rai3 che, paragonando quei luoghi insalubri e causa di tante morti ad una Amazzonia italiana, si avventura in teorie farneticanti». Teorie «già proposte anni fa dallo stesso personaggio che evidentemente, in mancanza di altri argomenti, torna a promuoverle più per far parlare di sé che per diffondere qualcosa di minimamente scientifico».
Gasparri: stupore e contrarietà
«Ho difeso più volte la Rai da attacchi esterni e anche interni», puntualizza Gasparri. «È una cosa che farei anche oggi in Commissione di vigilanza se i problemi delle sinistre in minoranza non ne avessero paralizzato la costituzione. Ma non avendo questo strumento istituzionale, non posso che esternare pubblicamente tutto il mio stupore e la mia contrarietà a trasmissioni che ridicolizzano l’azienda rimpiangendo la miseria che quei territori hanno vissuto, le malattie e le morti che queste hanno causato».
Ruby ter, «ora ispezione del ministero sul pm Sicilianoù
Il senatore azzurro si sofferma pure sul caso Ruby. «Ritengo che sia opportuna un’ispezione del ministero della Giustizia, che chiederò con un’interrogazione, nei confronti della procuratrice Tiziana Siciliano che, sconfitta nel giudizio che ha assolto Berlusconi, insiste con ostinazione nelle sue valutazioni che si sono rivelate infondate. Ma questo pm si rende conto che, con questa condotta, dimostra un pregiudizio e un’acredine nei confronti di Berlusconi? Non che ci servissero prove ulteriori. Ma de hoc satis. Non se ne può più».
Gasparri: commissione d’inchiesta
«Serve», aggiunge, «una commissione di inchiesta sull’uso politico della giustizia, che ha visto in Berlusconi la principale vittima. I magistrati, che si sono accaniti contro di lui, non hanno soltanto danneggiato una persona, le sue aziende e il suo movimento politico. Ma hanno alterato la democrazia, calpestando la volontà degli elettori e determinando governi e soluzioni che non erano quelle indicate dagli italiani. C’è stato quindi un attentato ad organi costituzionali, violando le leggi fondamentali dello Stato. E che certa gente insista con questi atteggiamenti ci sconcerta. La giustizia ha bisogno di protagonisti credibili e imparziali, non di personaggi che si rifiutano di prendere atto della realtà e dei loro gravi, gravissimi, errori».