‘Ndrangheta, preso a Bali il latitante Antonio Strangio. Meloni: “Continua la lotta al crimine”
Lo Stato mette a segno un altro importante colpo contro la criminalità organizzata: è stato arrestato Antonio Strangio, 32enne latitante di ‘ndrangheta dal 2016. L’uomo è stato catturato al Bali Ngurah Rai International Airport, sull’isola indonesiana, con un’operazione coordinata dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, che ha coinvolto la polizia di Bali e l’Interpol indonesiana e che è giunta al termine di indagini complicate dal fatto che Strangio, ricercato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso, era scappato in Australia, da dove non poteva essere estradato poiché naturalizzato. L’arresto di Strangio, oltre che dopo quello di Matteo Messina Denaro, arriva dopo un’altra importante operazione internazionale, che ha visto la cattura a Saint Etienne, in Francia, di Edgardo Greco, latitante da 17 anni, noto come “chef della ‘ndrangheta” e condannato all’ergastolo per duplice omicidio.
Meloni: «La lotta contro la criminalità è priorità del governo»
«Con la cattura a Bali di Antonio Strangio è stato messo a segno il terzo arresto contro pericolosi latitanti nell’arco di pochi giorni, dopo quelli di Edgardo Greco in Francia, irreperibile da 17 anni, e di Matteo Messina Denaro. Desidero esprimere la mia soddisfazione e le mie più vive felicitazioni a tutte le forze di intelligence, dell’ordine e di polizia che permettono questi straordinari risultati», ha commentato il premier Giorgia Meloni. «La lotta contro la criminalità e contro tutte le illegalità – ha aggiunto – resta un obiettivo prioritario del nostro governo». L’arresto del latitante di ‘ndragheta a Bali, ha sottolineato anche il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro «è l’ulteriore dimostrazione che lo Stato non molla la presa nel contrasto alla criminalità organizzata». E di «grande soddisfazione» ha parlato anche il vicepremier, Matteo Salvini: «L’Italia è orgogliosa – ha aggiunto – di chi è in prima linea per dare la caccia ai boss. Questo governo non abbasserà mai la guardia contro la criminalità e le mafie».
Così è stato catturato a Bali il latitante di ‘ndrangheta Antonio Strangio
Strangio, legato all’omonima ‘ndrina di San Luca (Rc) e nota anche come “Janchi”, era ricercato nell’ambito dell’operazione denominata “Eclissi 2”, diretta dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dal Reparto Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria. L’indagine, prosecuzione dell’Operazione Eclissi, aveva portato, nel luglio 2015, all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti a cosche della ‘ndrangheta del vibonese e del reggino (legati al clan Bellocco), mentre Strangio si era reso latitante nel 2016 scappando in Australia e giovandosi del fatto di non poter essere estradato dopo la naturalizzazione.
L’arresto nei giorni scorsi dello “chef della ‘ndrangheta” Edgardo Greco
I Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, supportati dall’Unità I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) e dall’Esperto per la Sicurezza italiana a Canberra, però, non hanno mai mollato la presa sul latitante di ‘ndrangheta e al primo passo falso l’hanno catturato con la collaborazione di Interpol Indonesia, fermandolo a Bali, nella serata del 2 febbraio alle 21 ora locale (ore 15.00 italiane), appena uscito dal Paese australiano. Quella di Strangio, dunque, sebbene comunicata solo oggi, è un’operazione avvenuta poche ore dopo la cattura avvenuta, sempre il 2 febbraio, a Saint Etienne in Francia di Edgardo Greco, latitante da 17 anni, noto come “chef della ‘ndrangheta” e condannato all’ergastolo per duplice omicidio. Con Strangio sono 43 i latitanti arrestati in tutto il mondo in poco meno di tre anni dall’avvio del Progetto I Can.
Rizzi: «La ‘ndrangheta non ha scampo»
«La ‘ndrangheta non ha scampo, né in Italia né all’estero, e tutti i criminali che, partendo dalla Calabria, hanno inquinato le economie di oltre 40 Paesi europei ed extraeuropei con corruzione e traffici illegali, verranno presto arrestati», ha commentato il prefetto Vittorio Rizzi, Direttore centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sottolineando che sono «arresti che non nascono dalla buona stella, ma da una strategia precisa disegnata con Interpol grazie al progetto I Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta)».