“Giallo” sul melograno della Schlein: simbolo di prosperità, massoneria o inferi? I dubbi di Pedrizzi
Il melograno della Schlein e i dubbi di Pedrizzi
“A parte l’involontaria gaffe del segretario uscente, che avrebbe dovuto definire il fiore una melagrana’, secondo i codici ‘boldriniani’ della sinistra italiana, la scelta di una pianta di nicchia, sconosciuta all’immaginario popolare, consegna al Pd un profilo ancor più radical-chic rispetto ai tempi della Quercia, che invece rappresentava le radici, la solidità dei valori e il baricentro delle politiche dei lavoratori. Del resto, lo stesso profilo umano della Schlein, alto borghese, figlia di famiglia facoltosa, studentessa nelle migliori università e solo recentemente tesserata col Pd, è coerente con il melograno ma non con la storia del partito e del popolo che è chiamata a rappresentare…”, dice Riccardo Pedrizzi, ex presidente della Commissione Tesoro e Finanze del Senato con An.
Dalla massoneria al mito della bella Persefone
“Con un pizzico di ironia, è il caso di consigliare alla Schlein un ritorno al radicamento nei valori e nei simboli delle Feste dell’Unità, salamella e tortellini, anche perché qualcosa non torna anche sul significato simbolico del fiore donato da Letta a esprimere salute e fiducia nel futuro. A noi risulta che il melograno, nella mitologia greca, sia associato al mito della bella Persefone, rapita da Ade, dio dell’oltretomba, e da questi indotta a mangiare sei chicchi di melagrana e perciò condannata a ritornare ogni anno negli inferi e a restarci per un numero di mesi pari ai semi ingeriti. Per non parlare del fatto che nella simbologia massonica, il frutto evoca l’unione di tutti i fratelli nella massoneria universale. La divisione in logge e in semi starebbe ad indicare l’individualità dei massoni preservata nell’unità, rafforzata grazie alla cultura e protetta dall’esterno grazie alla scorza esterna”, conclude Pedrizzi.