Ennesimo congresso nel Pd: Meloni è brava sì o no? Poi arriva Veltroni e mette tutti tacere

16 Feb 2023 11:21 - di Francesco Severini
Veltroni

Meloni è brava sì o no? Nel Pd si apre l’ennesimo congresso interno per stabilire cosa si può e cosa non si può dire sull’avversaria Meloni. Su Letta e Bonaccini, infatti, sono piovuti i fulmini dei falchi antimeloniani che fanno il tifo per Elly Schlein. Meloni brava non si può dire – hanno sentenziato – quello in carica è il “governo dei peggiori”.

Così Bonaccini, che nei sondaggi comincia a perdere terreno a favore delle tesi da sinistra radicale della Schlein, oggi è adiratissimo contro chi lo ha accusato di connivenza col nemico. “La Meloni? – osserva – I cittadini hanno deciso loro chi andava al governo. Ora si discute su una dichiarazione estrapolata, ma ci siamo capiti. Io voglio che si vinca nelle urne e non nei talk show o sui giornali, cosa che a troppi del gruppo dirigente è piaciuta in questi anni. E infatti al governo è andata la Meloni…”.

Le differenze con la Schlein? “Quasi tutto il gruppo dirigente di questi anni sta con lei e non con me. Noi non dobbiamo allontanare nessuno, ne abbiamo allontanati troppi, dobbiamo richiamare. Ma il gruppo dirigente va assolutamente cambiato”.

Ma come comportarsi con l’avversaria Meloni? Insultarla, dire che non è femminista come fa Elly Schlein o come ha fatto Debora Serracchiani rendendosi ridicola? Accusarla di fascismo? Darle dell’incapace o della reginetta di coattonia? Tutto sbagliato, tutto da rifare. A emettere la sentenza è Valter Veltroni, l’ex segretario dem che evitava pure di nominarlo l’avversario Silvio Berlusconi. Intervenendo alla presentazione di un libro Veltroni afferma che «la sinistra che torna e quella che si camuffa non costituiscono un’alternativa credibile alla destra che ha trovato, con Giorgia Meloni, una leader determinata. E non sarà delegittimando gli avversari e parlando solo di loro che si crescerà, lo si dovrebbe aver capito». Liberarsi, dunque, della tentazione stalinista di demonizzare l’avversario. Ma lo capiranno?

 

 

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