Cospito aumentato di peso: “le condizioni non preoccupano”. Delmastro: tutele ai magistrati per le minacce anarchiche

28 Feb 2023 17:50 - di Paolo Lami
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La difesa di Alfredo Cospito sta valutando di fare il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo dopo il rigetto della richiesta di revoca del 41 bis per l’anarchico che, venerdì scorso, è arrivato anche dalla Cassazione.
Da ieri Cospito, in sciopero della fame da oltre quattro mesi contro il regime di “carcere duro” cui è sottoposto per quattro anni, è tornato nel carcere di Opera dopo aver trascorso alcuni giorni nell’ospedale San Paolo.
Ma lo stato di salute dell’anarchico sembra non destare particolare preoccupazione.
“Le sue condizioni sono stazionarie, i valori risultano nella norma e fino a ieri ha assunto integratori” assicurano fonti giudiziarie e ospedaliere.
Condizioni tali per cui non necessita di degenza” tanto che nel reparto Sai del carcere di Opera “continua a essere assicurata la massima attenzione”. Entrato nella struttura ospedaliera lo scorso 11 febbraio con un peso di circa 70 chili, “è stato dimesso con un peso di oltre 72 chili“.

E’ bufera, intanto per le minacce rivolte dagli anarchici alla magistratura che ha preso le decisioni sul 41bis a Cospito.

“Le clamorose e sanguinarie minacce indirizzate alla magistratura a seguito del provvedimento emesso a carico di Cospito impongono una immediata riflessione sulla necessità di predisporre una tutela – dice Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia. – Lo Stato deve agire subito a protezione di tutti i giudici che hanno emesso provvedimenti nei confronti di Cospito. Lo Stato non indietreggia, lo Stato non si fa intimorire, lo Stato difende i suoi servitori“.

E Magistratura Indipendente ha depositato al Comitato di Presidenza del Csm una richiesta di pratica a tutela dei magistrati del Collegio della Cassazione e di tutti i magistrati che, nelle diverse funzioni e sedi, si sono occupati della vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito.

In particolare, nella richiesta i consiglieri Paola D’Ovidio, Maria Vittoria Marchianò, Maria Luisa Mazzola, Bernadette Nicotra, Edoardo Cilenti, Eligio Paolini, Dario Scaletta citano le dichiarazioni rilasciate all’indomani della decisione della Suprema Corte dalla difesa di Cospito che qualificavano “la sentenza quale ‘una condanna a morte‘”, sottolineando come, più in generale, la sentenza sia “stata seguita da diffuse espressioni lesive del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione e certamente tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento e alla credibilità della funzione giudiziaria“.

Secondo gli esponenti di Mi si starebbe assistendo “ad una denigrazione generica e generalizzata dell’intera attività giurisdizionale penale con il risultato di determinare presso la pubblica opinione una delegittimazione diffusa ed indiscriminata della funzione giudiziaria svolta dai magistrati del Collegio decidente della Corte di Cassazione e più in generale nei confronti di tutti i magistrati che nelle diverse sedi si sono occupati della vicenda e sono stati raggiunti da minacce o azioni di intimidazione solo per aver esercitato nel rispetto della legge le loro funzioni”. Da qui la richiesta della pratica a tutela.

Intanto con lo slogan “La lotta non finisce” lanciato su alcuni siti d’area, gli anarchici hanno annunciato per sabato a Torino un corteo in solidarietà ad Alfredo Cospito: “Al fianco di Alfredo”, si legge nel manifesto.

D’altra parte la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza rilasciata oggi dall’intelligence italiana dedica ampio spazio alla minaccia anarchica: “Sul fronte eversivo interno, le evidenze acquisite nel 2022, puntualmente condivise con le Forze di polizia – scrivono gli 007 nostrani – hanno nuovamente qualificato la minaccia anarcoinsurrezionalista come la più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica ‘azione diretta distruttiva“.

Da questo punto di vista, mettono in guardia i Servizi segreti, la lotta alla “repressione” ha registrato nuovo slancio sulla scia dei diversi pronunciamenti giudiziari emessi nel corso dell’anno a carico di militanti anarchici e, soprattutto, in relazione all’applicazione del regime carcerario del 41bis al leader della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) Alfredo Cospito, da ottobre in sciopero della fame“.

“Oltre a numerosi presidi nei pressi di penitenziari e palazzi giudiziari e cortei in centri cittadini, scanditi, in diverse occasioni, da episodi di vandalismo e momenti di tensione con le Forze dell’ordine, l’evento ha poi dato avvio a una veemente mobilitazione, sostenuta e animata da numerose sigle, italiane ed estere, che si rifanno, per metodiche operative, alla parabola eversivo-terroristica della FAI/FRI“.

“Significativo – evidenzia l’intelligence – è apparso il plico esplosivo, non deflagrato, inviato il 27 giugno alla sede generale romana di Leonardo S.p.A., rivendicato in rete con esaltazioni alla prassi insurrezionale e con accuse a coloro che ‘si arricchiscono con la guerra‘”.

I Servizi ricordano anche “l’attentato incendiario compiuto ad Atene, nella notte del 2 dicembre, ai danni dell’autovettura privata di una rappresentante diplomatica italiana, rivendicato in lingua greca sul web, in solidarietà a Cospito, dall’evocativa sigla ‘Nuclei di Vendetta Carlo Giuliani“.

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