Fedez, Coletta si difende e spiega la linea della Rai: “Abbiamo fatto il 70% di share, che volete?”

11 Feb 2023 14:17 - di Sveva Ferri
fedez rai

Il direttore dell’Intrattenimento di Prime Time della Rai, Stefano Coletta, dà la sua versione dell’affaire Fedez, negando che la rete sapesse in anticipo che il rapper si sarebbe prodotto in uno show contro il governo, strappando anche la foto del viceministro Galeazzo Bignami. Coletta, però ammette che qualche avvisaglia c’era stata e, se non altro, conferma una incapacità di gestire la situazione, tanto da suscitare una domanda: in Rai Fedez può fare tutto ciò che vuole? Un interrogativo che meriterebbe una risposta e atti consequenziali, specie considerati i precedenti di del cantante con la tv pubblica, in particolare in occasione del concertone del Primo maggio.

Il direttore Rai Coletta: «Non sapevamo cosa voleva fare Fedez»

«Non eravamo assolutamente a conoscenza del fatto che Fedez avrebbe strappato la foto del viceministro Bignami. Avevamo ricevuto un testo del freestyle di Fedez con largo anticipo, ma non era quello che lui ha poi portato in scena. Abbiamo saputo nell’imminenza della messa in onda che aveva deciso di modificarlo e che si era rifiutato di consegnare il nuovo testo», ha detto Coletta, in risposta alle richieste di dimissioni dei responsabili avanzata da FdI.

Se bastano gli ascolti a giustificare tutto

«Rispetto a tutte le esibizioni il nostro invito è stato sempre di non fare riferimenti politici, pur non essendoci un obbligo di par condicio, essendoci però appuntamenti elettorali in Lombardia e Lazio. E questo è il motivo per cui il giorno dopo mi sono fortemente dissociato da quanto fatto da Fedez», ha proseguito Coletta, aggiungendo che «un prodotto televisivo non è necessariamente sempre il risultato di strumentalizzazioni politiche». «Ribadisco che quando si lavora al festival si lavora al prodotto televisivo più importante, pensare che ci sia sempre la politica dietro ogni scelta, da Rosa Chemical in poi davvero non è più civile», ha quindi detto Coletta, tentando di rilanciare la palla. «Io non posso rispondere di ogni gesto che un artista fa in diretta», si è poi giustificato, aggiungendo che «di fronte al 70% di share si sta parlando solo di questo», come se bastassero gli ascolti a dare il via libera a qualsiasi cosa sulla tv pubblica.

La sinistra urla alla “censura” e difende Fedez che fa ciò che vuole in Rai

In ogni caso, se le intenzioni della Rai erano quelle esposte da Coletta e un ospite le ha così platealmente e ripetutamente calpestate, quali conclusioni bisogna trarne? Quali, in particolare, sulla classe dirigente dell’azienda? Allo stato attuale la domanda resta inevasa, mentre da sinistra già si è messa in moto la macchina del ribaltamento della realtà e dei suoi parametri. Dopo una levata di scudi dei parlamentari a difesa di Fedez e a sostegno della teoria di una volontà censoria da parte di FdI, sul caso è intervenuta anche la consigliera di amministrazione, Francesca Bria, che proprio all’area dem fa riferimento. «Come si fa a chiedere di intervenire contro la libertà d’espressione artistica? Sarebbe una censura preventiva…», ha detto, suscitando un’altra domanda: ma allora perché la Rai chiede di visionare i testi in anticipo? A che serve dotarsi di una linea editoriale, che nel caso specifico dovrebbe garantire l’assolvimento del mandato di tv pubblica?

Ciocchetti: «A Viale Mazzini regna il caos più totale»

«Dopo la confusa gestione del messaggio di Zelensky adesso a Sanremo arriva, o sarebbe meglio dire irrompe, il caso Fedez. Il cantante fa la sua esibizione, nessuno sa niente di quello che avrebbe fatto, anzi no, i vertici Rai sapevano i contenuti della sua performance. A viale Mazzini regna il caos più totale, l’azienda pubblica è ormai fuori controllo», ha commentato il deputato Fdi Luciano Ciocchetti. «Proprio nei giorni scorsi – ha aggiunto – ho presentato un’interrogazione dove chiedo non solo di aprire un confronto con le organizzazioni sindacali fortemente preoccupate per il caos organizzativo all’interno dell’azienda, ma anche per affrontare le gravi questioni che riguardano la gestione della stessa. Che ci sia qualcosa che all’interno della Rai non vada – ha concluso Ciocchetti – è ormai di solare evidenza».

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