Autonomia, fu tutto il centrosinistra a guida Amato a volerla. Una lezione agli ipocriti smemorati

6 Feb 2023 11:20 - di Carmelo Briguglio
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Ma chi ha fabbricato questo dannatissimo articolo 116 della Costituzione ? Chi ha generato tutto sto casino dell’”autonomia differenziata” ? Stavamo in santa pace con la Carta più bella del mondo, perché mai l’hanno scassata rivoluzionando il famoso titolo V ? Chi é stato ? Come, chi é stato ? Lo ricordate, no ? Siete tutti ipnotizzati dal mito di Er ? Tutti bevitori di acque smemoranti ? Di qua e in adversa parte ? Va bene, ho capito: ci penso io.

Fu il governo Amato a varare l’articolo 116

Basta poco. Furono loro. Sì, loro loro. Roba di oltre 20 anni fa, quando il più giovane dei miei quattro lettori non era manco nato. Il tempo corre, scorre, gira, come piace a voi. Ma questa é la cosa. Fu il governo di centrosinistra guidato da Giuliano Amato, nel 2001 a “federalizzare” la Costituzione, altro che Calderoli. Vi ricordate la composizione di quell’esecutivo ? Ds, Ppi, Dem, Verdi, Pdci, Udeur, Ri, Sdi. Rossi, green, rosé, biancofiori. Tutti i colori del Centrosinistra. Tra i ministri: Letta, Bersani, Visco, Fassino, Bassanini, Bianco, Pecoraro Scanio, Salvi, Melandri. Si lanciarono all’inseguimento di Bossi e imposero la riforma “federalista” – il Centrodestra si dichiarò contro – con soli tre voti di scarto in Parlamento; e vinsero pure il successivo referendum confermativo con la partecipazione del 34% degli elettori. Insomma, se la votarono in solitudine.

Autonomia differenziata, chi sono i “genitori” e gli ideologi che la votarono

Ecco come nacque la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n 3, passata con tre voti in più in aula e poco più di un terzo del Corpo elettorale. Chiamatela partecipazione e condivisione. Subito dopo l’Ulivo, guidato da Francesco Rutelli, preferito ad Amato, perse le elezioni politiche del 13 maggio 2001: fu battuto dal Centrodestra capeggiato da Berlusconi, perché la Lega era tornata a casa. Ma questa é storia nota. Del nuovo titolo V, cito subito l’articolo 114 della Costituzione, perché é uno sgorbio che mi urta molto (“La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”): distinguere Stato da Repubblica ? Che vuol dire ? Lasciamo perdere. Ma uno dei pilastri della legge è proprio la vexata norma dell’articolo 116, oggi diventata bersaglio privilegiato dei progressisti, il cui terzo comma canta così: “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia…possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali…”. É chiaro ?

Da Bonaccini e Conte i super-poteri all’Emilia Romagna

Ecco ragazzi miei: così é nata l’idea e la magna carta dell’autonomia differenziata. Tutto loro fecero: nel merito e nella procedura. Sono a sinistra i genitori e ideologi della riforma. Quindi spaccarono, divisero, tagliuzzarono l’Italia ? Usarono loro asce, seghe, coltellacci per sezionarla, come dicono oggi ?  Cittadini di serie A e serie B: li pensarono loro, possibile ? É così ? Davvero ? Assolutamente sì. Se così é. Gli autori del “delitto” hanno nomi e cognomi. E pure un colore. E allora che cavolo vogliono ? Gridano, sbraitano, protestano, contro la Meloni, invece che contro se stessi. E poi, avvicinandoci al tempo politico presente, Stefano Bonaccini e Giuseppe Conte: non furono loro, il primo da governatore dell’Emilia Romagna e l’altro da premier, che il 15 febbraio del 2019 firmarono la bozza d’intesa per dare alla regione i super-poteri del 116 ? E come si sono allargati: hanno concordato più autonomia, non in due o tre, ma in ben sedici materie; incluse “istruzione” e “tutela della salute”, su cui si stanno spolmonando le opposizioni (per primi, i firmatari illustri, di cui sopra). Che fate, non mi credete ? Peggio per voi. E ai colleghi di rango: studiate un po’ di più. O fate esercizi di memoria, i vostri lettori ve ne saranno grati. Anche noi.

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