Usa, la farsa McCarthy: lo speaker Gop che nessuno vuole, impallinato per la settima volta
Oramai è entrato a pieno diritto nella leggenda Kevin McCarthy, il candidato repubblicano Usa indicato come speaker dalla maggioranza del Gop e che dovrebbe, per essere eletto, raggiungere la fatidica quota 218, i voti che sono assolutamente necessari.
Ma più passano le ore, più il fallimento di Kevin McCarthy diventa farsesco.
Non sono infatti bastate a McCarthy le tre votazioni di ieri, che si sommano alle tre di martedì e la settima di oggi.
Nella sesta votazione McCarthy si è fermato a 201. Stesso risultato anche nella settima votazione contro i 212 del democratico Hakeem Jeffries, mentre il deputato del Gop contrario a McCarthy, Byron Donalds, ne ha avuti 18.
Secondo la Cnn, poco prima della settima votazione si sarebbe tenuta una riunione dei repubblicani contrari a McCarthy.
“Penso che dopo parleranno con il leader McCarthy e, si spera, chiuderanno un accordo”, ha dichiarato il repubblicano dell’Ohio, Warren Davidson (sostenitore del leader), in un’intervista all’emittente. Ma, ha ammesso Davidson, “potrebbe non arrivare mai a 218”.
Il Gop potrebbe prendere tempo per negoziare. Una fonte ha spiegato alla Cnn che McCarthy vorrebbe dimostrare di aver fatto dei passi avanti verso l’elezione ma, di fatto, è sempre piantato su quei 201 voti.
Quando era già stato bocciato sei volte di fila, Kevin McCarthy esibiva un ottimismo e una fiducia illimitate convinto di riuscire a farsi eleggere come speaker della Camera.
“Penso stiamo facendo progressi. Stiamo lavorando insieme per raggiungere una soluzione”, aveva detto ai giornalisti entrando alla Camera, poco prima che iniziasse la terza giornata di votazioni.
“È la tirannia di una minoranza che spera di condizionare tutto il partito – sostiene Andrew Spannaus, analista politico americano e autore del podcast ‘House of Spannaus‘ che definisce così i membri repubblicani del Congresso che in questi giorni hanno gettato nel caos il Gop, bloccando l’elezione di Kevin McCarty come nuovo Speaker. – Mi ricordano il Parlamento italiano dove in pochi possono condizionare l’intero governo”.