“Unabomber”, c’è la svolta: la Procura di Trieste indaga su undici possibili “attentatori” a piede libero
La procura di Trieste ha richiesto l’incidente probatorio al gip per poter sottoporre a indagine genetica dieci reperti tra gli oggetti sequestrati nell’ambito delle indagini sugli attentati attribuiti a ‘Unabomber’, per arrivare a identificare il responsabile o i responsabili degli attentati. Lo fa sapere la stessa procura in una nota, che parla di undici soggetti “monitorati” per aver svolto un possibile ruolo negli attentati che sconvolsero il Veneto. Una svolta, nell’inchiesta, riaperta alla luce di nuovi indizi.
“Unabomber” seminò il panico negli anni Novanta
La richiesta degli esami genetici è stata formulata dal sostituto procuratore Federico Frezza e riguarda dieci persone sottoposte a indagini sugli attentati compiuti negli anni Novanta da un folle mai identificato che fu definito Unabomber in analogia con il caso dello statunitense Theodore Kaczynski. La prima comparsa di Unabomber risale al 21 agosto 1994: alla Sagra degli Osei, a Sacile (Pordenone), l’esplosione di un tubo-bomba, riempito con polvere da sparo e biglie di acciaio, provoca tre feriti. E’ il primo episodio: altri tubi-bomba esplodono, nei mesi successivi, davanti alla Standa, a Pordenone (il 17 dicembre 1994), e, il giorno dopo, sul sagrado della chiesa di Aviano (senza causare feriti).
La sua strategia, priva di un chiaro movente, consisteva nel collocare in luoghi pubblici o aperti al pubblico ordigni esplosivi improvvisati, che hanno procurato lesioni e menomazioni a chi vi si è imbattuto.
Per ”applicare correttamente la procedura senza incappare in questioni di nullità o di inutilizzabilità”, la procura di Trieste ”ha dovuto necessariamente considerare persone sottoposte a indagine tutti coloro che avevano rivestito tale posizione nel corso dei procedimenti avviati all’epoca dalla procura di Trieste e poi archiviati”, chiarisce la procura di Trieste in merito all’incidente probatorio richiesto al gip per le analisi genetiche su dieci reperti sequestrati nell’ambito delle indagini sugli attentati attribuiti a ‘Unabomber’. Anche un’altra persona, sottolinea la procura, ”è stata iscritta nel registro degli indagati sulla base di una fonte dichiarativa la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”.
“Nessuna illazione sugli indagati”
La procura di Trieste precisa che ”nei confronti di nessuna delle dieci persone menzionate nella richiesta d’incidente probatorio come persone sottoposte ad indagine sono stati acquisiti elementi tali da consentire di convogliare le investigazioni in una precisa direzione: sarà l’accertamento genetico a fornire sperabilmente, elementi utili a tal fine”.
Fino alla fine dell’accertamento, sottolinea la procura, ”ogni frettolosa attribuzione di responsabilità” che si volesse ricavare a carico di indagati costituirebbe ”una gratuita illazione, sfornita allo stato di elementi di riscontro e contrastante con la presunzione di non colpevolezza scolpita nella nostra Costituzione”.