“Tra Vanzina e Kafka”: sinistra e opposizioni ridicolizzate a “Di martedì” da Floris (video)

11 Gen 2023 11:49 - di Alberto Consoli
sinistra Di martedì

Ogni tanto ce n’è anche per Pd, M5s e Terzo Polo. Tu chiamale se vuoi “opposizioni” . Per lo studio di “Di martedì” sono qualcosa di sospeso tra Vanzina e Kafka. Non è un complimento, a dispetto dei nomi scomodati. Così parlò Massimo Giannini, che una volta tanto si distrae dal menare attacchi al governo Meloni, si sofferma sullo stato comico- evanescente dei partiti che si oppongono all’esecutivo e si sfoga sulla rappresentazione tragicomica che danno di loro stessi. Rivolto a Giovanni Floris, il direttore della “Stampa” che ogni giorno trova linfa per nuovo livore contro il premier, stavolta sfoga una frustrazione:  “L’opposizione di fatto non c’è, è sospesa tra Vanzina e Kafka“. La battuta in replica del conduttore rende ancor più ridicolo il tutto: “Due capolavori…”, dice ironicamente. Lo studio si sganascia.

A “Di martedì” opposizione e sinistra diventano tragicommedia

Trattasi di due metafore -Vanzina e Kafka- fin troppo nobili per i partiti a cui sono dirette : uno scrittore eccelso, l’autore delle “Metamorfosi”, campione dll’assurdità e dell’incomprensibilità delle situazioni in cui viene a trovarsi l’esistenza umana. Il regista Vanzina, campione della comicità registica, che nelle intenzioni di Giannini ha un significato preciso. “Parlo di Vanzina perché sul fronte 5 Stelle stiamo a discutere delle vacanze a Cortina di Conte”, spiega in riferimento alla polemica da “cinepanettone”. “Sul fronte del Pd parlo di Kafka perché c’è un congresso che ruota intorno a regole che Kafka non avrebbe saputo concepire nei suoi romanzi. Per quanto sono complicate e incomprensibili”. Kafka è un termine di paragone troppo elevato – aggiungiamo noi- per confrontare le “baruffe da cortile” e il non senso di cui stanno dando sfoggio i dem e i loro candidati. Il partito è ai minimi storici, tra poco si vota alla Regionali di Lazio e Lombardia e i dem oggi sono “sul pezzo”… Discuteranno delle primarie – rinviate- se sia meglio o no farle anche on line… Insomma più che Kafka qui siamo nella farsa. Anche Vanzina sarebbe superto dalla realtà.

Giannini e Floris, i più accaniti antimeloniani con le pive nel sacco

Fa specie che a ridicolizzare con questo scambio di battute le opposizioni siano due tra i più “cattivi” giornalisti schierati contro Giorgia Meloni e il suo governo. Basta fare zapping tra i talk show in tv per scorgere livore e bava alla bocca. Forse, rimasti senza parole di fronte a un Pd che fa cadere le braccia (leggere i commenti sui social per credere) trovano rifugio nelle battute sapide. Il riferimento di Giannini è infatti al congresso dem. al termine del quale si sceglierà il nuovo segretario  dopo le dimissioni di Enrico Letta. Schlein ha proposto il voto on line, l’altra candidata, la De Micheli non è d’accordo, il partito si spacca e vai con lo psicodramma. Non solo: “Il Pd pensa a quello invece di parlare dei temi più importanti – ha proseguito Giannini -. Perché i problemi il Paese ce li ha,  la destra non può  affrontarli tutti. Una sinistra consapevole del suo ruolo avrebbe di che parlare”. Il problema non è parlarne, il guaio è quando si straparla, senza argomenti, al solo gusto di andare contro. Un’opposizione così non serve all’Italia, la danneggia. Ecco, a telecamere spente,  Floris e Giannini si interroghino sul perché gli italiani si fidano del governo.

Dramma sinistra a “Di martedì”: “Primarie on line? Non interessa nessuno…”

Secondo il direttore de La Stampa, la sinistra potrebbe occuparsi per esempio della questione migranti: “Basti pensare a cosa sta succedendo con i migranti e alle due navi dirette ad Ancona- dice-  in mezzo a onde alte sei metri. E il Pd per cosa litiga? Per il rinvio o meno della data del congresso di un’altra settimana e per il fatto che si possa o non si possa votare online. A chi interessa tutto questo?“. A nessuno, e i dati dei sondaggi dimostrano come l’elettorato si stia assottigliando ogni settimana che passa.

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