Scandalosa Francia: il No global Vincenzo Vecchi “protetto” nonostante le devastazioni del G8

20 Gen 2023 19:32 - di Lucio Meo

Nuova udienza il 24 febbraio alla Corte di Appello di Lione per Vincenzo Vecchi, l’ex No global ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001 e che era stato arrestato in Francia nell’agosto del 2019 dopo una latitanza di 8 anni. Ad affermarlo all’Adnkronos è il suo legale Maxime Tessier. Lo scorso 29 novembre la Corte di Cassazione francese aveva deciso di annullare la decisione sull’estradizione in Italia di Vecchi e di rinviare il caso nuovamente dinnanzi a una Corte di Appello, questa volta a Lione dopo Rennes e Angers. Se non siamo alla dottrina Mitterand, come per i terroristi rossi, protetti e mai estradati per anni, poco ci manca…

Vincenzo Vecchi condannato per le devastazioni del G8

Vecchi, 49 anni, era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Per quanto riguarda la condanna per i fatti di Milano è stato ritenuto in Francia che la pena era stata già scontata e quindi è decaduto uno dei due mandati europei. Vecchi, originario di Bergamo, vive attualmente a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, da quando è stato scarcerato, ossia dal 15 novembre 2019. Prima del suo arresto lavorava da molti anni come imbianchino mentre adesso ha ritrovato un lavoro nella costruzione di alloggi ecologici a Questembert, sempre in Bretagna.

Il caso dell’ex no global Vecchi era già finito in Francia alla Cassazione. Dopo la decisione del novembre del 2019 della Corte di Appello di Rennes che aveva deciso la scarcerazione di Vecchi il Procuratore di Rennes era ricorso in Cassazione. Il 18 dicembre 2019 la Corte francese aveva annullato la sentenza del tribunale di Rennes che aveva ritenuto che la procedura nei confronti di Vecchi fosse nulla in quanto il Procuratore francese non aveva trasmesso alle autorità italiane il nome dell’avvocato italiano di Vecchi e questo, aveva stabilito la Corte, aveva portato un pregiudizio ai diritti della difesa. La Corte di Appello di Angers, invece, si è espressa nel merito della questione, cioè sulla regolarità del mandato di arresto europeo.

Il Comitato di intellettuali di sinistra che parla di “accanimento”

Secondo una sentenza del 2009, Vecchi dovrebbe scontare a dodici anni e mezzo di carcere per “devastazione e saccheggio” sulla base di quanto previsto dal codice Rocco, adottato sotto il regime di Mussolini. “Una sentenza basata su una legge di Mussolini non può essere applicata nel 2022”, recita una lettera aperta firmata da oltre un centinaio di avvocati, accademici, artisti, sindacalisti belgi e francesi. “Dobbiamo dirlo forte e chiaro: abbiamo commesso tutti lo stesso reato di Vincenzo. Se deve passare dodici anni e mezzo in prigione per questo, dovremmo andare in prigione anche noi. Rischiamo anche questa condanna”, conclude la lettera.

Il Comitato di solidarietà a Vecchi ha auspicato oggi in una nota che la Corte di Appello di Lione “possa finalmente porre fine a questo incredibile accanimento giudiziario che dura da 3 anni e mezzo” respingendo la richiesta di estradizione dell’Italia. “In vista di questa cruciale udienza” il Comité de Soutien a Vincenzo continua la sua mobilitazione. A luglio scorso la Corte di giustizia europea, che era stata sollecitata dalla Corte di Cassazione francese, ha emesso un parere in cui sottolineava che la Francia non poteva opporsi all’esecuzione del Mandato d’arresto europeo e quindi all’estradizione di Vecchi.

 

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