Riforme, i Radicali Italiani “aprono” al presidenzialismo: «L’Italia ne ha bisogno»
La nostra Costituzione ha appena compiuto 75 anni. E li dimostra tutti, al di là di ogni retorica e di ogni interessato imbellettamento. Che il suo restyling sia tanto necessario quanto indifferibile è convinzione non solo del centrodestra al governo, Fratelli d’Italia in particolare, ma anche di altri settori del Parlamento (Terzo polo, ad esempio) o della politica. È il caso di Radicali Italiani che proprio in queste ore, attraverso una nota a firma di Massimiliano Iervolino, prendono posizione in favore delle riforme. «Lo abbiamo sempre detto – vi si legge -: l’assetto istituzionale italiano non funziona. Per questo parlare di riforme non solo è giusto ma doveroso. Però giudicare oggi la proposta di Meloni è prematuro, infatti dire che si è a favore del presidenzialismo vuol dire tutto e niente».
I Radicali Italiani: «Occorre una visione complessiva»
Il messaggio dei Radicali Italiani è chiaro: l’approccio alle riforme non può essere pregiudiziale ma deve confrontarsi nel merito. Vale tanto in positivo quanto in negativo. «Bisogna capire come vengono controbilanciati i poteri – spiega infatti Iervolino -, quali funzioni vengono assegnate al capo dello Stato e al presidente del Consiglio, come si ridisegna il ruolo del Parlamento e delle Regioni. Infine, quale legge elettorale si mette in campo per eleggere i rappresentati delle istituzioni. Senza questi chiarimenti – avverte – il dibattito diventa ideologico e quindi di poco interesse, almeno per noi».
«La controriforma 5Stelle si è rivelata dannosa»
Per i Radicali Italiani, dunque, il restyling della Costituzione dev’essere complessivo e non segmentato. Finora non è stato così e non a caso il sistema politico-istituzionale accusa squilibri e incoerenze. «Si spera che la maggioranza di centro-destra presenti una riforma e non una controriforma come quella voluta dai 5Stelle sul taglio dei parlamentari», è l’auspicio conclusivo della nota. «La diminuzione del numero degli eletti – vi si legge ancora – non ha portato nessun beneficio alla democrazia parlamentare. Tanto è vero che continua l’abuso della decretazione d’urgenza e della questione di fiducia».