Qatargate, spunta il tariffario della “cricca”: 50mila euro per ogni iniziativa pro Marocco

5 Gen 2023 18:24 - di Federica Argento
Qatargate tariffario

Emergono nuovi dettagli sul Qatargate, versante Maroccogate, lo scandalo che ha travolto la “famiglia” socialista del  Parlamento europeo . Spunta un tariffario della “cricca”. Secondo un articolo del quotidiano fiammingo De Standaard, – rilancia il Giornale – documenti trapelati nella versione marocchina del caso Wikileaks dimostrano che già nel 2014, quando era ancora deputato, Panzeri era considerato da Rabat “un alleato per combattere il crescente attivismo dei nostri nemici in Europa“. Per ogni emendamento anti-Marocco bloccato, secondo De Standaar,  la “cricca” di Panzeri riceveva 50mila euro. E gli emendamenti bloccati sono stati 147. Per un totale di 7 milioni e 350mila euro.

Qatargate, il tariffario: le rivelazioni del quotidiano “De Standaard”

Le cifre, dunque, iniziano a lievitare salire. La cifra impressionante cui starebbe dando la caccia la giustizia greca ammonterebbe dunque a  venti milioni di euro riconducibili a Eva Kaili, la vicepresidente socialista dell’Europarlamento. La richiesta di assistenza a Panama, dove il bottino sarebbe “parcheggiato”, è ancora in attesa di risposta. L’imbarazzo si avverte dietro le minimizzazioni.  «Non ci sono prove», dice il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), Peter Stano per spiegare perché l’Alto rappresentante per la politica estera Joseph Borrell (ovvero il ministro degli esteri della Ue) andrà tranquillamente in visita oggi e domani in Marocco. Borrell che, lo ricordiamo, è esponente del Psoe spagnolo, proviene dallo stesso gruppo parlamentare, i Socialisti&Democratici, di cui era membro Panzeri fino al 2019; e di cui fanno parte la greca Eva Kaili, già in carcere, nonché i due nuovi incriminati dalla Procura di Bruxelles:l’italiano Andrea Cozzolino e il belga Marc Tarabella, tutti attivissimi pro-Marocco e pro-Qatar.

Qatargate: per ogni emendamento anti-Marocco bloccato la “cricca” di riceveva 50mila

Il Marocco, a quanto emerge dall’inchiesta, è uno dei paesi che hanno foraggiato per anni l’attività di Fight Impunity, la ong dell’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, in carcere dall’8 dicembre. I media hanno raccontato e fotografato i sacchi di soldi trovati a casa di Panzeri e degli altri arrestati; hanno riferito dei contatti con i servizi segreti del Marocco e di come Panzeri abbia “addomesticato” l’incontro del 13 novembre scorso tra una commissione del Parlamento europeo e il ministro del lavoro marocchino. Eppure Stano ricorda che «a questo punto ci sono accuse e non prove né conclusioni di indagini. Nessuno ha ancora affermato dal punto di vista giuridico che il Marocco sia un Paese colpevole e che dovrebbe essere evitato negli incontri internazionali».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *