Qatar, Cozzolino rinuncia all’immunità e parla davanti alla commissione Ue: “Mai preso un euro”
“Sono totalmente estraneo ai fatti“. Così l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino, attualmente nei Non Iscritti, ascoltato dalla commissione giuridica del Parlamento europeo, Juri. Chiamata a decidere sulla rimozione dell’immunità parlamentare nei suoi confronti. Chiesta dalla Procura federale belga anche per Marc Tarabella nell’ambito dell’indagine sulle euro-mazzette dal Qatar e dal Marocco. Uno scandalo che si è abbattuto come uno tsumami su Bruxelles e ha portato all’arresto dell’ex collega socialista (già Pd) Antonio Panzeri.
Qatargate, Cozzolino rinuncia all’immunità parlamentare
Cozzolino non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. Davanti alla Commissione Juri invece ha riferito “fatti notori e documentabili”, si legge nel testo letto in aula dall’eurodeputato. “Che, di per loro, testimoniano ogni oltre ragionevole dubbio la sua totale estraneità al cosiddetto Qatargate”.
In Italia la richiesta sarebbe stata negata per la sua genericità
Poi la rinuncia all’immunità parlamentare. Non senza polemizzare. “Davanti al Parlamento italiano una richiesta di revoca dell’immunità come quella inviata al Parlamento europeo dalla giustizia belga sarebbe negata per la sua genericità. Il giudice istruttore Michel Claise ha ritenuto, più che legittimamente, di non dare ancora seguito alla mia richiesta. Di essere sentito sui fatti. Anche rinunciando preventivamente alle guarentigie dell’immunità parlamentare. Ragion per cui – ha proseguito Cozzolino – l’audizione di oggi mi offre l’opportunità, finalmente, di poter ricostruire, in una sede istituzionale, i pochi avvenimenti di cui sono stato protagonista nello svolgimento della mia attività politica”.
Il testo scritto e letto in aula davanti alla commissione Juri
Nel merito del Qatar, Cozzolino sottolinea di aver posto al ministro del Lavoro, Ali Bin Samikh al Marri, il 14 novembre 2022, domande “specifiche e pregnanti sulle condizioni di lavoro in Qatar e i livelli salariali”. E di aver votato, insieme ai colleghi dell’S&D, emendamenti “al testo della mozione. Che stigmatizzava la condotta per nulla positiva del Qatar”.
Il giallo della mail sull’approvazione della mozione pro Qatar
Infine il giallo della mail inviata dal suo indirizzo di posta elettronica, prima dell’approvazione della mozione. Tutta colpa del suo ex collaboratore Francesco Giorgi, neanche a dirlo. Anche lui indagato e arrestato. “Il testo della mail – spiega Cozzolino – di cui si è tanto detto nelle scorse settimane, è stato messo a punto e diffuso in totale autonomia. E senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Francesco Giorgo. Che, come tutti i funzionari che collaborano con i membri di questo Parlamento, disponeva di ampia autonomia operativa”.
“Mai ricevuto soldi né direttamente né indirettamente
Quindi ha negato qualsiasi responsabilità nell’euro scandalo. “Mai ricevuto somme di danaro, né direttamente né indirettamente. Né in contanti né con transazioni finanziarie. Né per me né per qualsivoglia associazione, fondazione, Ong, impresa o persona fisica”. A differenza del belga Tarabella, che ha detto di voler parlare prima con gli inquirenti, Cozzolino ha chiesto di essere ascoltato dalla Juri. Che ha l’unico scopo di appurare se sussista o meno un “fumus persecutionis” nei confronti degli eurodeputati.