Pd senza pace. Tra Schlein e Bonaccini ora è scontro sul “Manifesto dei valori”

17 Gen 2023 17:26 - di Francesca De Ambra
manifesto dei valori

Pd senza pace. Non si sono ancora spente le polemiche sulle regole delle primarie (voto online sì, voto online no) e già all’orizzonte si addensano minacciosi nuvoloni. A far discutere questa volta è il redigendo Manifesto dei Valori. A guardar bene, neppure questa è una novità, dal momento già qualche settimana fa era sorta un’altra polemica sullo stesso tema, non di ordine procedurale ma con riferimento al contenuto. Il Manifesto attualmente vigente, infatti, risale all’era Veltroni, epoca della cosiddetta «vocazione maggioritaria» e quindi del primato della governabilità sull’identità. Molti dei saggi del comitatone (87 membri) impegnati nella stesura della “costituzione” del Pd eccepirono che quel documento fosse ormai datato e persino fuorviante.

Sabato potrebbe slittare l’approvazione del Manifesto dei valori

Da qui tensioni, polemiche e dimissioni dall’incarico. Ora si ritorna a parlarne, ma in un contesto di grande diffidenza tra le fazioni in lotta. E il primo nodo da sciogliere riguarda il “quando”: sarà l’assemblea nazionale di sabato ad approvare il nuovo Manifesto? Dalle parti dell’area Schlein e di Articolo Uno non vi sono dubbi: «Se non lo votiamo, che abbiamo fatto a fare la costituente? E poi lo prevede lo statuto». Dal fronte che fa capo a Bonaccini, invece, non mancano le perplessità. Intanto perché l’assemblea di sabato è di fatto un’assemblea uscente. Si riunirà nella sua composizione per l’ultima volta e c’è chi sostiene sia opportuno che ad approvare il nuovo Manifesto dei Valori sia il parlamentino del Pd eletto dal congresso.

Letta come Ponzio Pilato: «Si accordino i candidati»

In alternativa, si dovrà chiarire che si tratta di un documento «aperto», che «andrà completato». Ma i sostenitori della Schlein non si fidano. «Bonaccini – fanno sapere – vuole mani libere e non vuole vincoli. Per questo vogliono che il Manifesto venga approvato dopo il congresso…». Qui si è arenato il confronto. E Letta? Il segretario fa sapere di seguire la vicenda in modo “laico“. Significa, spiegano dal Nazzareno, che intende «valorizzare il lavoro fatto dal Comitato costituente e dai sottocomitati sul Manifesto dei Valori, ma per lui la stella polare è sempre accordo tra i candidati».

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