Migranti, Tajani incassa il primo successo in Turchia: un Patto per la Libia e contro l’invasione incontrollata

14 Gen 2023 12:12 - di Martino Della Costa
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Migranti, il ministro degli Esteri Antonio Tajani vola in Turchia, prima tappa della road map dell’esecutivo sulla questione dell’emergenza flussi. «Il governo italiano è al lavoro per impedire che il Mediterraneo diventi un cimitero dei migranti», ha esordito il titolare della Farnesina ad Ankara. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu ha aggiunto: «La lotta all’immigrazione clandestina significa sicurezza, significa fermare i trafficanti di esseri umani. E su questo saremo molto duri». Proseguendo poi dicendosi convinto che su questo tema «troveremo la cooperazioni di molti Paesi, come la Turchia. E anche nell’Ue».

Migranti, missione di Tajani in Turchia

Per quanto riguarda l’Europa, allora, in un’intervista al Corriere della Sera Maria Malmer Stenergard, ministra dell’Immigrazione della Svezia, presidente di turno della Ue, ha sottolineato «l’importanza di trovare un equilibrio tra solidarietà e responsabilità». E rilanciando la necessità di nuove regole sulle migrazioni, si è detta «d’accordo sulla solidarietà. A condizione che il Patto porti a un maggiore controllo alle frontiere».

«Il governo al lavoro per impedire che il Mediterraneo diventi un cimitero»

Equilibrio, dunque, tra accoglienza, redistribuzione, partenze e controlli alle frontiere. Un patto, interno e con gli altri Paesi, in cui la parola chiave ribadita a più riprese nel bilaterale Turchia-Italia che si è svolto ieri mattina ad Ankara, è stata «stabilità». L’ha invocata il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadendola all’incontro con il suo collega turco Mevlut Cavusoglu, sottolineandone il valore strategico come obiettivo comune, declinabile alla necessità di arginare con profitto l’immigrazione clandestina. Come fine da raggiungere per riportare la pace nei Balcani e in Libia. E, non ultimo, come arma di difesa contro la minaccia del terrorismo.

Tajani ad Ankara: Patto di stabilità per la Libia e lotta all’immigrazione irregolare

Un assioma di partenza, su cui ha concordato Cavusoglu, replicando che il controllo dell’immigrazione irregolare deve avvenire su scala globale: «I singoli Paesi non posso essere lasciati a operare da soli». E allora, hanno ribadito i due ministri, si deve necessariamente partire da un Patto per la stabilizzazione della Libia. Sul volo di ritorno da Ankara, il ministro degli Esteri Tajani ha annunciato un’iniziativa del governo italiano per rilanciare il suo ruolo nel Paese nordafricano. Mettere fine alla storica “faida” tra l’Est e l’Ovest. E, allo stesso tempo, dare impulso a una strategia per il contrasto ai flussi migratori irregolari che veda anche la Turchia protagonista.

Migranti, Tajani: la stabilità della Libia «significa ridurre anche i flussi migratori»

La stabilità della Libia «significa ridurre anche i flussi migratori», ha premesso Tajani nella capitale turca. Aggiungendo che la questione della migrazione irregolare è un fenomeno che «preoccupa» entrambi i Paesi. Rilevando che l’Italia è al lavoro «per impedire che il Mediterraneo diventi un cimitero dei migranti». Dunque, il piano italiano per la Libia prevede di promuovere subito un dialogo di alto livello tra gli interlocutori principali della regione, a partire da Tunisia ed Egitto. Un accordo che porti alla sottoscrizione del Patto, nel quadro di un’azione politica guidata dall’inviato delle Nazioni Unite Abdulaye Bathily, che – ha evidenziato Tajani – è stato invitato a Roma». E per il quale l’Italia auspica un ruolo centrale.

«La strategia italiana è molto chiara: coinvolgere i Paesi determinanti sul fronte immigrazione»

«Vogliamo arrivare a un patto con i Paesi d’origine e con i grandi Paesi che hanno influenza in Libia e trovare una soluzione per arrivare alle elezioni. Non è un percorso facilissimo, ma spero sia una questione di mesi. Ci vogliono tempi rapidi, non può essere una questione di anni», ha proseguito Tajani. Secondo cui «la strategia italiana è molto chiara: ovvero coinvolgere i Paesi determinanti sul fronte immigrazione». Con i quali concordare una «strategia comune». E quella arrivata da Ankara su questo tema è una risposta «positiva».

Un piano e fini condivisi per arginare partenze e morti

E allora, la crisi della Libia – Paese centrale per la regolamentazione dei flussi e snodo per le partenze verso l’Europa – è inevitabilmente legata all’altro obiettivo della visita di Tajani. Ovvero: rafforzare la cooperazione con i principali Paesi nel Mediterraneo allargato. E favorire una maggiore collaborazione nella gestione dei migranti. Del resto la Turchia, anche alla luce dell’accordo con l’Ue da 6 miliardi di euro – ancora in vigore, e siglato per aiutare Ankara a sostenere il “peso” dei rifugiati siriani – è un attore chiave per la gestione dei flussi lungo la battuta rotta del Mediterraneo orientale, che via Balcani arriva in Europa.

 

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