Messina Denaro, Nordio: «Un successo del governo. Da chi non si rassegna sibili di rancore»

17 Gen 2023 11:10 - di Federica Parbuoni
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«Ho letto sibili di rancore su alcuni giornali, che non si rassegnano al fatto che questa grandissima operazione sia stata operata da un governo di centrodestra». Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non ci gira intorno e all’indomani della «giornata molto bella», in cui l’Italia ha visto l’arresto di Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza, liquida le polemiche per quello che sono, facendo piazza pulita anche delle strumentalizzazioni sul tema delle intercettazioni, utilizzato da molte testate di fatto per far passere l’idea che il boss sia stato catturato “nonostante” e non grazie anche alla determinazione del governo Meloni.

Nordio: «C’è chi non si rassegna a questo successo straordinario del governo»

«Dopo aver a lungo lamentato inerzia o addirittura indifferenza del governo sul fenomeno mafioso, ecco che proprio da questo governo arriva un successo straordinario che viene applaudito in tutto il mondo», ha proseguito Nordio ai microfoni di Radio 24 in 24 Mattino, mettendo in luce i motivi per cui in un momento come questo si sono registrate alcune voci dissonanti. Il ministro, invece, ha voluto sottolineare che ieri «è stata una giornata molto bella per la giustizia italiana» e ha rivolto «un doveroso omaggio alla magistratura di Palermo e a tutte le forze dell’ordine, in particolare i Ros».

Intercettazioni «indispensabili» per mafia e terrorismo, ma basta abusi

Quanto alle intercettazioni, che secondo alcune testate come Il Fatto Quotidiano e La Stampa, lui vorrebbe impedire, Nordio ha chiarito, ancora una volta, che il tema non è e non è mai stato il loro uso, ma il loro abuso. «Sono uno strumento indispensabile per il terrorismo e la mafia. Ciò che va cambiato radicalmente – ha sottolineato – è l’abuso che se ne fa per i reati minori con conseguente diffusione sulla stampa di segreti individuali e intimi che non hanno niente a che fare con le indagini».

«La mafia non si combatte solo arrestando i boss»

Di più, il ministro ha avvertito sul fatto che, se è vero che «è stato arrestato l’ultimo grande protagonista della stagione delle stragi» e che «con questo arresto si chiude quella fase più cruenta e sanguinaria, che ha caratterizzato le stragi degli anni ’90», è però «illusorio pensare che la mafia possa essere combattuta perché si arrestano boss. È – ha aggiunto – un fenomeno radicato e diffuso che va combattuto con un arsenale di armi dalla tecnologia alle indagini finanziarie, dall’osservazione al pedinamento e controllo delle persone e con una rivoluzione copernicana culturale».

Nordio avverte sulla necessità di tenere sempre alta la guardia

«Che sia l’inizio della fine dipenderà molto non solo dalla legislazione su cui governo e parlamento sono molto attenti, ma anche dall’uso che faremo delle nuove tecnologie per combattere la mafia, un mostro che si adegua alla realtà. La sua strategia cambierà ed è già cambiata, si è trasferita da alcuni reati fisici, tipo droga e prostituzione, ad altri come il riciclaggio e magari l’infiltrazione, adesso nell’ambito dell’afflusso di denaro che sta arrivando con il Pnrr; lì bisognerà vigilare molto perché la mafia sa adeguarsi ai nuovi elementi della società», ha proseguito il ministro, sottolineando quindi che un altro pensiero ingannevole è quello per cui «arresti come questo avvengono per un colpo di fortuna».

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