Messina Denaro, domani l’interrogatorio dell’autista. Trovata un’agendina nel covo
È stata fissata per domani mattina, alle 9.30, al carcere Pagliarelli di Palermo, l’udienza di convalida per Giovanni Luppino, 59 anni, l’uomo arrestato lunedì mattina insieme con il boss Matteo Messina Denaro.
Luppino, accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e procurata inosservanza di pena, sarà interrogato quindi domani dal giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato.
È stato proprio Luppino, commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato, ad accompagnare in auto Matteo Messina Denaro alla clinica Maddalena di Palermo, dove poi è stato arrestato nel corso del blitz l’ex-boss latitante.
Luppino, che non è parente del boss omonimo, è un volto nuovo per gli inquirenti. Non era mai stato coinvolto in operazioni antimafia. Da tempo si era dedicato al commercio delle olive del tipo “cultivar Nocellara del Belìce”. Un comparto che genera milioni di euro tramite magazzini d’ammasso sul territorio di Campobello di Mazara e Castelvetrano.
Luppino è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.
Adesso gli inquirenti stanno indagando su quali fossero realmente i suoi rapporti con il boss arrestato lunedì in clinica dove doveva sottoporsi ad una seduta di chemioterapia dopo l’aggravamento, con la comparsa delle metastasi, delle sue condizioni di salute.
Proseguono, intanto, gli accertamenti nel covo scoperto in vicolo San Vito a Campobello di Mazara.
“Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi – sostiene il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fabio Bottino, dopo l’ispezione nel covo. – Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico”.
Gli uomini del Reparto di investigazioni scientifiche dell’Arma stanno passando al setaccio, alla ricerca di tracce anche biologiche, l’abitazione, di proprietà di Andrea Bonafede, il geometra la cui carta di identità veniva utilizzata da Matteo Messina Denaro per dissimularsi.
Nella giornata di ieri è stata trovata, tra le altre cose, un’agendina su cui l’ex-latitante scriveva le sue riflessioni, anche sulla figlia Lorenza che non porta il suo cognome e che non lo vuole vedere da anni. Non solo.
Sull’agendina ci sarebbero anche delle date di alcuni incontri. Tutto il materiale è al vaglio degli investigatori.
Al momento non sono stati trovati documenti o ‘pizzini‘, come era successo in passato nei covi di altri boss.
In una scatola c’era invece tutta la sua documentazione sanitaria, con cartelle cliniche sulle visite effettuate.
Gli inquirenti sospettano che possa esserci anche un altro immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro.