Mannheimer: popolarità molto alta della Meloni, è seria e moderata. Atteggiamento saldo sulla guerra

30 Gen 2023 19:00 - di Paolo Lami

Come misurano i sondaggisti più popolari Giorgia Meloni sulla distanza dei 100 giorni di governo?

L’Adnkronos l’ha chiesto a Renato Mannheimer e ad Antonio Noto. Che spiegano così il successo di Giorgia Meloni, il consenso raccolto, le difficoltà affrontate e risolte e le tante trappole evitate. Oltre a chiarire ciò che dovrebbe essere fatto nei prossimi mesi. Cioè ciò che gli italiani sperano e chiedono che venga fatto.

Giorgia Meloni, per Mannheimer, ha dato un messaggio di serietà, riflessione e moderazione.

Tra alti e bassi, riflette Mannheimer, ha fatto i suoi errori, dalle difficoltà innescate dalla firma al decreto rave alla questione benzina” ma “la sua popolarità comunque resta molto alta”.

Resta aperta la questione guerra per cui Meloni finora ha tenuto un atteggiamento molto saldo – sottolinea il sondaggista. – Il presidente del Consiglio deve affrontarla adesso tenendo conto che gli italiani la temono e non la vogliono” la guerra.

D’altronde chiave del suo successo “è la capacità di fare dietrofront”, ammette il celebre sondaggista.

Mannheimer riferisce che “l’Italia è sotto la media europea per quanto riguarda il sostegno all’invio di armi in Ucraina: nell’Ue il 56% è a favore e il 34% è contraria mentre nel nostro Paese il 46% degli italiani è contrario all’invio di armi, ed i favorevoli ammontano al 45%”.

E la presenza di Zelensky a Sanremo che riscontri potrebbe avere?
“Positivi – ritiene Mannheimer perché il presidente ucraino parlerebbe ad un pubblico nuovo, cosa che ha dimostrato di saper fare. Ma gli effetti potrebbero anche essere deleteri – mette in guardia il sondaggista – Molto dipenderà da ciò che Zelensky dirà e da come lo dirà dato che l’Italia ha paura della guerra ed è il paese più ostile all’invio di armi.”.

“Il presidente ucraino dovrà sottolineare – suggerisce Mannheimer – che pur chiedendo armamenti, è lui il primo a ricercare pace e trattative, non guerra ad oltranza“.

Sul fronte anarchici qual è il gradimento del governo? “Non ci sono sondaggi. Il pubblico vede con sfavore le azioni degli anarchici, ma prova anche un sentimento di umanità verso il carcerato al 41 bis (Alfredo Cospito,  ndr). Forse una accelerazione ulteriore da parte delle autorità non sarebbe male, se possibile”.

D’altronde chiave del successo di Giorgia Meloni in gran parte dipende dalla sua “moderazione e capacità di adattarsi alle difficoltà anche tornando indietro e riconoscendo i propri errori. Il saper fare dietrofront del presidente del Consiglio è un fatto positivo”.

“I primi cento giorni di Governo per Giorgia Meloni non sono stati facili. Nessuno in 100 giorni ha mai dovuto produrre una finanziaria in emergenza, dove chiaramente si sono potute mettere a fuoco solo alcune delle promesse fatte in campagna elettorale e non si è concretizzato il progetto di governo”, sintetizza il sondaggista Antonio Noto. Che afferma: “È vero che gli elettori si aspettavano di più da questi primi 100 giorni, ma sono razionali, quindi ancora in attesa. Il governo si giocherà la sua credibilità con la prossima finanziaria”.

Saranno determinanti le riforme? “No. Quello delle riforme anche se importante è un tema ostico e lontano dalla gente. Perché i cittadini valutano l’operato di un esecutivo su altri parametri e fatti concreti: qualità della vita, inflazione….guerra, per il legame stretto con la crisi economica. Gli italiani sono infatti contrari all’invio di armi perché ritengono che prolunghi la durata del conflitto a detrimento dell’economia. A marzo – ricorda il sondaggista – erano favorevoli. Poi il giudizio è cambiato. Non perché siamo diventati un popolo di pacifisti, ma perché il ragionamento del popolo italiano si declina in termini economici”.

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