L’ultima follia degli animalisti di sinistra: fare gli scudi umani per proteggere i cinghiali dal “far west” dei cacciatori

20 Gen 2023 18:26 - di Lucio Meo
Gli "scudi umani" che annunciano gli animalisti sono per proteggere i cinghiali dai cacciatori: domani la manifestazione al Pantheon

“Scudi umani”, ma la guerra non c’entra, tantomeno l’Ucraina, i bambini di Kiev, i condomini di Dnipro nel mirino delle bombe russe. Gli “scudi umani” che annunciano gli animalisti sono per proteggere i cinghiali dai cacciatori, che a loro avviso starebbero consumando una carneficina da quando il governo Meloni ha introdotto la possibilità di limitarne la diffusione nelle grandi città: gli animalisti promettono di interporsi tra gli animali e i cacciatori, per scongiurare il rischio di ‘far west’ dovuto ai programmi di abbattimento degli ungulati all’interno dei centri cittadini. E sono più di 40 le associazioni che domani aderiranno al “Presidio nazionale contro l’abbattimento della fauna selvatica” che si terrà al Pantheon di Roma, in programma dalle ore 14. Il presidio nasce in seguito ai recenti episodi che hanno riguardato la caccia ai cinghiali degli ultimi giorni: sono 11, infatti, i cinghiali che sono stati abbattuti il 18 gennaio a Villa Pamphilj in base agli articoli 447 e 448 della Legge di Bilancio 2023.

Animalisti pronti a fare gli “scudi umani” sui cinghiali

“Noi siamo pronti a fare da scudo tra i cacciatori e i cinghiali. Questo è solo l’inizio del far west in cui potrebbero finire per ferirsi anche delle persone. In teoria non si poteva iniziare la caccia subito dopo l’approvazione dell’emendamento, ma erano necessari dei corsi di aggiornamento per i cacciatori”, afferma all’Adnkronos Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus. “Quello che è successo a Mentana una settimana fa, dove i cittadini hanno dato la caccia a un cinghiale con bastoni, cinte e vetri rotti è davvero vergognoso. Stiamo parlando di una liberalizzazione che ricorda molto l’America, ma questo è gravissimo perché l’Europa è diversa – continua Caporale – . L’anno scorso sono morte a causa dei cinghiali 15 persone, ma anche 22 a causa dei cacciatori. Dovremmo dare la caccia anche ai cacciatori? Perché di questo non si parla mai?”, conclude Caporale.

Gli animali soppressi sono troppi? O sono troppi quelli che scorrazzano in città?

Netta è anche la posizione di Gianluca Bisogno, presidente di AnimaLiberAction’, che dichiara all‘Adnkronos: “La situazione riguardo la caccia ai cinghiali è tragica, il problema c’è sempre stato ma si sta amplificando. Abbiamo dimostrato più volte che uccidere i cinghiali non è una soluzione. La Regione Lazio ha stanziato 250 mila Euro per sterminare esemplari sani e non pericolosi. Inoltre, in base ai dati di indagine Ispra, le uccisioni portano solo all’aumento delle riproduzioni. Tra il 2015 e il 2021 il numero di esemplari soppressi è cresciuto del 45%“, sostiene Bisogno. ‘AnimaLiberAction’ sta organizzando dei presidi nelle zone più sensibili della città, come il Parco di Villa Pamphilj dove solo l’altro ieri è stato ucciso un cinghiale. “L’appello che facciamo ai politici è di non utilizzare la violenza, sono anni che stiamo proponendo soluzioni alternative agli abbattimenti. Se i cinghiali si avvicinano in città è perché spinti dai cacciatori e perché trovano cibo facile nei cassonetti dell’immondizia aperti. Creare delle recinzioni adeguate ai parchi e chiudere i cassonetti è una prima soluzione non aggressiva per risolvere il problema. Inoltre con il nuovo emendamento chiunque possegga un fucile può sparare. Nelle Marche, a Fermo, un uomo ha ucciso per sbaglio il cane di una ragazza scambiandolo per un cinghiale”, conclude Bisogno.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *