Le guerre dimenticate. A Genova sequestrati macchinari per fabbricare armi destinati all’Etiopia

23 Gen 2023 9:49 - di Monica Pucci

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova ed i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Genova 1, coordinati dalla Procura della Repubblica di Genova, hanno sequestrato al porto macchinari per la fabbricazione di materiale d’armamento, ossia bossoli, destinati all’esportazione in Etiopia in assenza delle necessarie autorizzazioni.

L’attività di servizio ha tratto origine da una verifica doganale eseguita nel mese di ottobre scorso, dalla quale è emersa, all’interno di due container arrivati negli spazi doganali del porto di Genova per la successiva esportazione verso l’Etiopia, la presenza di una macchina “scanalatrice” e di una “rifilatrice” con i manuali d’uso e istruzioni per la produzione di bossoli, sebbene l’esportatore, una società con sede a Lecco, avesse presentato documenti attestanti genericamente la presenza di un “tornio parallelo” e di “macchine per la formatura a caldo”, senza alcun riferimento alla fabbricazione di materiali di armamento.

La Ue contro la vendita di armi all’Etiopia

La guardia di finanza ricorda inoltre che il 7 ottobre 2021 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che invita gli Stati Ue a bloccare l’esportazione di armi verso l’Etiopia, a causa di una grave crisi umanitaria nella regione del Tigray, dove sono in corso guerre con ingenti perdite di civili e violazioni di diritti umani.

Sono tre le persone indagate per esportazione di materiali di armamento senza la prescritta autorizzazione e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. I macchinari per la produzione di materiale di armamento, del valore di oltre 3 milioni di euro, sono stati sottoposti a sequestro, su disposizione della Procura della Repubblica di Genova, dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e dai funzionari doganali di Genova, che hanno inoltre perquisito le sedi delle società coinvolte nell’operazione.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi