La triste parabola dei big del M5S: Di Maio corre in kart, Di Battista a Sanremo, Fico “guarda” un pc…

26 Gen 2023 8:55 - di Lucio Meo

E’ impietoso l’articolo, a tutta pagina, che questa mattina Repubblica dedica all’ex “trio delle meraviglie” del M5S, i big in disgrazia, Luigi Di Maio, uscito a pezzi dalla competizione elettorale, Alessandro Di Battista, costretto a ritagliarsi un po’ di visibilità tra i “pro Putin”, e Roberto Fico, ex presidente della Camera con “camera” ancora a disposizione in Parlamento per fare non si sa ancora bene cosa… A lui, oggi, la paginata di Repubblica dedica la battuta più velenosa: “I travet di Montecitorio  a ogni suo passaggio si chiedono: ma dopo che ha acceso il computer, cosa fa?”.

Di Maio e company: cosa fanno ora che la politica li ha allontanati

Il più esposto alle ironie, in questi mesi, è stato Luigi Di Maio, scivolato dai vertici internazionali all’autoesilio sui social, dove non compare più da mesi per non essere travolto dagli hater. Il suo partito è nato ed è morto in un mese, lui confida in Mario Draghi per un incarico internazionale nella Ue. “Di Maio è forse quello che ha perso più di tutti e più rapidamente: ministro in tre governi, inquilino della Farnesina, leader del partito di maggioranza relativa. Ora sono titoli buoni solo per il Cv. Ma non è tipo da darsi per vinto. A Pomigliano si fa vedere lo stretto necessario, ha tenuto la casa a Roma, zona Camilluccia (ma l’ex fidanzata Virginia Saba da un mesetto si è trasferita altrove). L’agenda è fitta di colazioni di lavoro: pranzi da Ciampini, risto-bar chic dietro Montecitorio, cene a Ponte Milvio. Ancora confida di mettere a segno il colpo da fuoriclasse del Palazzo: strappare l’incarico da emissario dell’Ue nel Golfo, oltre 10mila euro al mese, più staff….”, racconta Repubblica.  Nel tempo libero, non poco, a quanto pare, coltiva la passione per i kart.

Di Battista, l’eterna promessa già al tramonto

Ale Di Battista, “Dibba” per gli amici, scrive, viaggia, va in tv, va in giro, fa cose, vede gente, come direbbe Nanni Moretti.  “Il movimentismo gli è rimasto addosso, per andare dove non è ancora chiarissimo…”, scrive Repubblica. Che annuncia la sua partecipazione al controfestival di Sanremo organizzato da Carlo Freccero e dalla commissione DuPre (Dubbio e Precauzione). “In piazza, tra una canzone e l’altra, si protesterà contro il video-collegamento di Zelensky al festival vero”. E nel tempo libero, anche qui, non esiguo, pare che Di Battista giochi a padel.

La caduta del Fico e l’ufficio a Montecitorio

Dispiace sapere che per Roberto Fico, fedelissimo del M5S, di Grillo e perfino di Conte, non si sia spazio per un incarico, un lavoro vero, neanche nel Movimento, dove gode solo su un ruolo di garante. “Continua a fare politica a tutto tondo, pur senza cariche istituzionali e relative indennità. Iniziative con gli attivisti in Campania, consulenze agli assessori del M5S al Comune di Napoli, incontri nelle scuole e manifestazioni varie. Fico è poi il capo del Comitato di garanzia del M5S. Da ex presidente della Camera ha tenuto l’ufficio a Roma, che però frequenta poco, con relativo staff”. E’ rimasto puro, come alle origini, dicono i più buoni. Ma l’ufficio a Montecitorio da vera “casta” non lo molla, aggiungono i cattivi.

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