La crisi demografica colpisce la Cina: popolazione in calo per la prima volta in 60 anni
Il calo demografico e la battuta d’arresto del Pil. Nel 2022 la Cina registra due dati negativi e a loro modo storici: negli ultimi 60 anni, infatti, non si era mai verificata una diminuzione della popolazione, mentre la crescita non era stata mai così bassa dal 1976, dunque da 46 anni.
In Cina diminuisce la popolazione: è la prima volta in 60 anni
Secondo l’ufficio di statistica di Pechino, alla fine del 2022 il Paese più popoloso al mondo, con 1,41 miliardi di persone, aveva 850mila abitanti in meno. È la prima volta dal 1961 che si registra un calo nella popolazione. Lo scorso anno il tasso di natalità, in diminuzione da anni, ha fatto registrare il record negativo di 6,77 ogni mille donne, contro 7,52 del 2021. Sette anni dopo l’abbandono della politica del figlio unico, secondo l’Ufficio di statistica si è entrati «in un’era di crescita negativa della popolazione». In aumento, inoltre, il tasso di mortalità, con i decessi superiori per la prima volta alle nascite: 7,37 morti ogni mille abitanti, contro 7,18 dell’anno precedente.
Il contrasto al calo demografico fra gli obiettivi di Xi Jinping
Introdotta nel 1979 per rallentare la crescita della popolazione, la politica “un solo figlio”, che ha portato anche a milioni di aborti forzati in un Paese in cui culturalmente si preferiva la nascita di figli maschi, è stata abbandonata nel 2016 e parallelamente sono stati introdotti incentivi a sostegno delle famiglie con due figli. Nell’ottobre scorso, in occasione del Congresso del Partito comunista, il presidente Xi Jinping aveva parlato dell’aumento del tasso di natalità come di un obiettivo prioritario del suo terzo mandato, annunciando «una strategia nazionale pro-attiva» da parte del governo.
La battuta d’arresto del Pil e le previsioni della Banca mondiale
Sul fronte economico, poi, è stato l’Ufficio nazionale di statistica a registrare come la crescita economica nel 2022 sia rimasta ben lontana dall’obiettivo del 5,5% fissato dal governo, già molto al di sotto della crescita dell’8,4% del 2021. Nel 2022, infatti, l’aumento del Pil si è fermato al 3%. Se si esclude il risultato del 2020, corrispondente alle prime fasi della pandemia, si tratta del risultato peggiore dal 1976. La scorsa settimana, la Banca mondiale ha affermato che l’economia cinese rimane vulnerabile a uno stress persistente nel settore immobiliare e alle continue interruzioni legate alla pandemia. L’istituto di credito prevede che il Pil cinese si riprenderà al 4,3% nel 2023 in mezzo a una riapertura dell’economia.