Israele, il ministro Itamar Ben-Gvir vieta le bandiere palestinesi in pubblico: simbolo terrorista
Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha deciso di vietare l’esibizione in pubblico delle bandiere palestinesi definendole un ”simbolo del terrorismo”. E ha ordinato alla polizia israeliana di rimuoverle, ritenendole una minaccia all’ordine pubblico.
”Oggi ho ordinato alla polizia israeliana di far rispettare il divieto di esibire qualsiasi bandiera dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina che dimostri l’identificazione con un’organizzazione terroristica dagli spazi pubblici e di mettere fine a qualsiasi incitamento contro lo Stato di Israele”, ha scritto Ben-Gvir su Twitter.
“Non può essere che i trasgressori sventolino bandiere terroristiche, incitino e incoraggino il terrorismo“, ha aggiunto Ben-Gvir.
Un tempo Israele considerava la bandiera palestinese come quella di un gruppo militante vicino a Hamas o a Hezbollah. Dopo la firma degli accordi di Oslo, la bandiera rossa, verde e bianca è stata riconosciuta come quella dell’Autorità nazionale palestinese, creata per amministrare Gaza e parti della Cisgiordania occupata.
La legge israeliana non vieta espressamente le bandiere palestinesi, ma la polizia e i soldati hanno il diritto di rimuoverle nei casi in cui ritengano che vi sia una minaccia per l’ordine pubblico.
Leader del partito “Otzmà Yehudit”, Ben-Gvir, cinque giorni fa, il 4 gennaio scorso, si è presentato, come aveva annunciato sollevando numerose polemiche, scortato da decine di agenti, sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, che per gli ebrei è il Monte del Tempio, e lì ha dichiarato che “il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo di Israele” aggiungendo che non si farà intimidire dalle minacce di Hamas.
L’Autorità nazionale palestinese, che teme che il nuovo governo di Israele progetti un cambiamento nello status della Spianata, ha subito condannato “l’incursione” e l’ha definita “una provocazione senza precedenti e pericolosa“.
Ben Gvir ha spiegato di essere salito sulla Spianata in occasione di una ricorrenza ebraica, il digiuno del 10 del mese di Teveth.
La visita, che ha messo in difficoltà Netanyahu costretto a garantire che lo status della Spianata non cambierà, è stata considerata una sorta di provocazione che potrebbe riaccendere le tensioni e la Giordania aveva avvertito, in tal senso, Israele.
“L’assalto alla moschea di Al-Aqsa da parte di un membro del governo israeliano e la violazione della sua sacralità – ha detto il portavoce del ministero degli esteri di Amman, Sinan Majali, condannando “con forza” la visita di Ben Gvir sulla Spianata a Gerualemme – è un atto da condannare, provocatorio e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale, nonché dello status quo storico e legale a Gerusalemme“.
Majali ha chiesto alla Comunità internazionale di “intraprendere azioni rapide e decisive” ed ha ritenuto Israele “responsabile”.