Iran, le torture che subiscono i condannati a morte: stuprati, legati con il ghiaccio sui testicoli

31 Gen 2023 10:15 - di Emanuele Valci
Iran

Stuprati dalle guardie carcerarie, che poi li hanno percossi con violenza. Queste alcune delle torture documentate da Amnesty International ai danni di almeno tre condannati a morte in Iran. Nell’ultimo rapporto dell’organizzazione, Amnesty descrive il caso di Mehdi Mohammadifard. Le guardie carcerarie l’hanno violentato e duramente picchiato, tanto da aver subito lesioni anali che hanno richiesto cure in un ospedale fuori dalla prigione in cui era detenuto.

Iran, il dramma vissuto dal diciannovenne

Il diciannovenne si era nascosto. L’avevano convocato per essere interrogato dai Guardiani della rivoluzione iraniana, i Pasdaran, prima del suo arresto il 2 ottobre. Durante il suo arresto l’hanno gettato a terra e ha subito una frattura al naso, ha detto Amnesty. Mohammadifard è stato condannato a morte insieme al 18enne Arshia Takdastan e al 31enne Javad Rouhi in relazione alle proteste a Noshahr, nella provincia di Mazandaran, il 21 settembre. Proteste scoppiate in risposta alla morte di Mahsa Amini dopo essere stata arrestata dalla polizia. I tre sono stati condannati alla pena capitale con diverse accuse tra cui “corruzione sulla Terra” e “inimicizia contro Dio”. Hanno presentato ricorso presso la corte suprema.

Percosse e fustigazioni sulla pianta dei piedi

Amnesty ha denunciato che anche Rouhi è stato sottoposto a gravi percosse e fustigazioni, anche sulla pianta dei piedi. Era legato a un palo. Gli hanno messo il ghiaccio sui testicoli. Anche Takdastan è stato ripetutamente sottoposto a percosse, ha affermato l’organizzazione. Tutti e tre gli imputati, denuncia Amnesty, non hanno avuto diritto a un avvocato di loro scelta in un’udienza durata meno di un’ora.

L’appello rivolto alle autorità

Diana Eltahawy, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa , ha fatto alcune riflessioni. «Il fatto che Takdastan, Mohammadifard e Rouhi vivano sotto l’ombra dell’esecuzione mentre gli agenti delle Guardie Rivoluzionarie godono di assoluta impunità evidenzia la pura crudeltà e disumanità del sistema giudiziario iraniano».

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