Iran, il numero speciale di Charlie Hebdo umilia l’ayatollah Khamenei. Reazione furiosa di Teheran

4 Gen 2023 15:35 - di Federica Parbuoni
charlie hebdo

L’ayatollah Ali Khamenei con una miccia sul turbante, lapidato da due donne nude, mentre affoga in un mare di sangue e cerca di salvarsi afferrando un cappio, in mutande «in posa per il calendario Pirelli», impiccato dalla ciocca di capelli di una donna o decapitato, con la testa alzata come un trofeo da alcune atlete festanti e rigorosamente senza velo. Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha pubblicato sul numero speciale di oggi le prime vignette ricevute nell’ambito di un concorso internazionale indetto l’8 dicembre, nel quale chiedeva di realizzare caricature della Guida Suprema dell’Iran con l’obiettivo di «sostenere la lotta degli iraniani che combattono per la loro libertà, ridicolizzando questo leader religioso di un’altra epoca e rimandandolo nella pattumiera della storia».

Charlie Hebdo al fianco del popolo iraniano, nel ricordo dell’attentato del 2015

La pubblicazione delle vignette in questi giorni, inoltre, ha anche lo scopo di ricordare l’orribile attentato di cui Charlie Hebdo fu vittima il 7 gennaio del 2015, quando fu preso di mira da Al Qaeda per le vignette satiriche sull’Islam e su Maometto. Due terroristi fecero irruzione nella redazione armati di mitra, uccidendo 12 persone e ferendone altre undici. A spiegarlo è il direttore Laurent Sourisseau, nome d’arte Riss, nell’editoriale intitolato “Il disegno satirico, guida suprema della libertà”, che accompagna il numero uscito oggi, del quale ha anche disegnato la copertina. Sotto il titolo «Mullah, ritornate da dove siete venuti!» c’è una donna nuda sdraiata, con un sorriso beffardo e le gambe aperte, mentre tanti piccoli mullah entrano nella sua vagina.

«Il disegno satirico, guida suprema della libertà»

Il concorso, scrive Riss, «è stato un modo per manifestare il nostro sostegno agli uomini e alle donne iraniane che rischiano la vita per difendere la loro libertà contro la teocrazia che li opprime dal 1979» e che «è stato anche un modo per ricordare che i motivi per cui erano stati assassinati i vignettisti e redattori di Charlie, otto anni fa, sono purtroppo ancora attuali. Chi rifiuta di sottomettersi ai dettami delle religioni rischia di pagarlo con la vita».

L’Iran minaccia Charlie Hebdo: «Atto offensivo e indecente, non resterà senza risposta»

Ma nell’editoriale, riferendo di aver ricevuto oltre 300 vignette espressione di diverse creatività e molte prodotte da iraniani, Riss spiega di aver ricevuto anche migliaia minacce. Alle quali oggi si è aggiunta quella del regime. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha definito la pubblicazione delle vignette «un atto offensivo e indecente», aggiungendo che non resterà «senza una risposta efficace e decisa». «Non permetteremo al governo francese di oltrepassare il limite. Hanno preso la strada sbagliata, decisamente», ha proseguito Hossein Amir-Abdollahian, dimenticando forse che in Francia la stampa è libera e ciò che pubblica non è appannaggio del governo.

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