Il buco dell’ozono si sta chiudendo, spiazzati gli ambientalisti allarmisti sul cataclisma climatico

10 Gen 2023 20:43 - di Marta Lima

Buone notizie sul fronte del clima, a dispetto degli allarmisti che anche in questi giorni disseminano il pianeta di provocazioni simboliche che spesso finiscono per sfociare nel vandalismo. Il buco nello strato di ozono, un tempo il pericolo ambientale più temuto per l’umanità, dovrebbe essere completamente sparito nella maggior parte del mondo entro due decenni, grazie all’azione decisiva da parte di molti governi di eliminare gradualmente le sostanze che riducono lo strato. Lo studio è stato reso dal tabloid inglese The Guardian.

Il buco dell’ozono dovrebbe richiudersi entro il 2045

Secondo studi recenti, la perdita dello strato di ozono, che ha rischiato di esporre le persone ai dannosi raggi ultravioletti del sole, è sulla buona strada per essere completamente recuperata entro il 2040 in gran parte del mondo, mentre si ricreerà completamente entro il 2045 sull’Artico e entro il 2066 sull’Antartide.

Dopo l’allarme per la perdita di ozono negli anni ’80, lo strato di ozono è migliorato costantemente sulla scia del protocollo di Montreal del 1989, un accordo internazionale che ha contribuito a eliminare il 99% delle sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono, come i clorofluorocarburi (CFC) che erano utilizzati come solventi e refrigeranti. L‘Onu afferma che l’azione intrapresa sullo strato di ozono è stata anche un’arma contro la crisi climatica: i CFC sono anche gas serra e il loro uso continuato e incontrollato avrebbe innalzato le temperature globali di ben un grado centigrado entro la metà del secolo, peggiorando una situazione già disastrosa in cui i gas che riscaldano il pianeta non stanno ancora diminuendo

Il protocollo di Montreal ha consentito di arginare l’emergenza

“L’impatto del Protocollo di Montreal sulla mitigazione dei cambiamenti climatici non può essere sottolineato oltre”, ha dichiarato Meg Seki, segretario esecutivo del Segretariato per l’ozono del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). La scoperta di un buco nello strato di ozono era stata annunciata per la prima volta da tre scienziati del British Antarctic Survey, nel maggio 1985. Secondo il rapporto, se le politiche attuali rimarranno in vigore, lo strato dovrebbe recuperare i valori del 1980 entro il 2040, ma nell’Antartico, dove le dimensioni del “buco” dipendono anche dalle condizioni meteorologiche, questo recupero è previsto entro il 2066 circa, e nell’Artico entro il 2045. Con le misure decise per proteggere lo strato di ozono nell’atmosfera, il protocollo di Montreal ha contribuito anche alla lotta al cambiamento climatico, come conferma il rapporto Onu.

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