Glass Hostaria – Roma

20 Gen 2023 0:01 - di Redazione

Glass Hostaria
Vicolo del Cinque, 58 – 00153 Roma
Tel. 06/58335903
Sito Internet: www.glasshostaria.it

Tipologia: ricercata
Prezzi: menù “Glass” 125€, menù “Glass Verde” 125€, piatti alla carta 38€, dolci 15€
Chiusura: Lunedì e Martedì, da Mercoledì a Venerdì a pranzo

OFFERTA
Nella parte più caotica di Trastevere, non distante da Piazza Trilussa, si trova Glass Hostaria, creatura della pluripremiata chef Cristina Bowerman, divenuto da anni una vera e propria istituzione dell’alta ristorazione romana. Un locale senza dubbio interessante, adatto a chi ama sperimentare sapori nuovi, arricchiti da influenze cosmopolite e molta voglia di stupire. Nonostante questa premessa, quest’anno, però, dobbiamo confermare le incertezze riscontrare nella nostra ultima visita nel 2021, che portano con sé un calo nel voto. Per la nostra cena ci siamo lasciati tentare da uno dei due menù degustazione disponili, ovvero un quello vegetariano proposto a 125€. Dopo un benvenuto dalla cucina composto da una sfera di burro di cacao con un ripieno liquido di Pisco sour e un tacos croccante con indivia belga e carote con una fettina di cipolla caramellata in superficie, abbiamo assaggiato una serie di amuse bouche che prevedevano un’arepa con caprino e chips di rapa rossa, un uovo di quaglia marinato alla soia con maionese di arance amare e un cracker di riso nero con semi misti e mousse di zucchine, che sono stati molto apprezzati. A seguire, uno dei piatti migliori della serata, per originalità ed equilibrio: “una pizza quasi classica”, ovvero una sofficissima pizza con un impasto a base di sedano rapa, una mozzarella filante in cima, con crema di sedano rapa e una polvere di tè nero affumicato accompagnata ad un’insalatina, una combinazione decisamente convincente ed armoniosa. Non all’altezza invece il muffin di pasta di tapioca, con Edamer, lenticchie Beluga e aria di burro, dal sapore blando, prevaricato dalla grassezza del burro che risultava estremamente stancante al palato. Buono ed avvolgente, invece, il tagliolino con crema di latte di capra, capperi tritati, foglia di cappero e trombolotto, ma il vero protagonista resta come ogni anno il raviolo liquido di Parmigiano 60 mesi con funghi porcini e pepe, dal sapore intenso ed esplosivo. Meno convincente la “bistecca’ di zucca cotta in karkadè”, servita con brodo di zucca e funghi pioppini, questi ultimi saporitissimi tanto da occultare la presenza dell’ortaggio, che avrebbe dovuto essere il protagonista. Buono ma poco funzionale, a nostro parere, il pre dessert, che, a causa della sua dolcezza e opulenza, non ha preparato in maniera adeguata il palato ad una transizione dal salato a dolce, composto da uno yogurt molto denso di latte di cocco, con dell’uvetta e pezzi di ciliegie e una misticanza fresca in superficie. Il dolce vero e proprio è stata una cheesecake al timo, con base di biscotti Digestive, una panna montata alla noce moscata, accompagnata da un gelato al timo, dove purtroppo il sapore dell’erba aromatica era percepibile a malapena. A conclusione del pasto una buona piccola pasticceria e un caffè correttamente estratto.

AMBIENTE
Il locale si compone di due spazi: la sala al piano terra ed un soppalco. Lo stile del ristorante è moderno, con tavoli in vetro ed una mise en place minimal.

SERVIZIO
Il personale è gentile e preparato, ma spesso poco attento ai dettagli.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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