Effetto lockdown, i giovani abusano di psicofarmaci contro l’ansia da interrogazione: è allarme

25 Gen 2023 15:37 - di Redazione
psicofarmaci

Tra le varie ripercussioni che la pandemia e il lockdown avrebbero avuto sulla mente dei più giovani ce n’è uno, grave e diffuso: ossia il sempre più frequente bisogno di ricorrere a farmaci per controllare l’ansia legata alla scuola. Dalle benzodiazepine ai Fiori di Bach, secondo un’inchiesta di  Repubblica, queste sostanze sarebbero ormai indispensabili a larga parte degli studenti. Non ne possono fare a meno quando si tratta di sostenere un’interrogazione o un compito in classe. Senza questi “aiuti” rischierebbero attacchi di panico.

Effetto lockdown, allarme farmaci tra i giovanissimi contro l’ansia

I cronisti di Repubblica sono andati davanti ad alcuni istituti scolastici romani. Alcuni ragazzi davanti al Rousseau di Roma ammettono che dalla fine della quarantena hanno avuto il bisogno di assumere benzodiazepine contro l’ansia e la «depressione maggiore» che vive a causa delle prestazioni scolastiche. Al punto tale da, ammette, avere sviluppato «una forte dipendenza fisica e mentale»; che «per la maggior parte del tempo» lo fanno sentire «solo “drogato”». Testimonianza inquietante a cui si aggiunge quella di una sua compagna dell’Albertelli. «Ho iniziato a prendere le gocce di fiori di Bach un anno e mezzo fa per l’ansia a scuola. Le prendo quattro volte al giorno. È un rimedio omeopatico — prosegue —: ma comunque riesce a rilassarmi, ormai sono convinta che dal momento in cui le prendo mi tranquillizzo». Anche i farmacisti confermano. L’uso di queste sostanze da parte dei giovanissimi è confermato anche da farmacisti e gli stessi studenti si consigliano farmaci nelle loro chat.

Un fenomeno in crescita, gli psicologi lanciano l’allarme. In un video su TikTok citato dal quotidiano-  si vede una ragazza assumere i fiori di Bach per «calmarsi prima dell’interrogazione», si legge nella didascalia. Queste e altre segnalazioni sono state raccolte dalla Rete degli studenti medi. Esiste un sindacato giovanile che ha realizzato un’indagine: “Chiedimi come sto”. «Il 60% degli intervistati ha dichiarato di avere un disagio mentale — spiegano dalla Rete —. Il 66% è demotivato e il 55% dice di non provare quasi mai allegria e serenità. La salute degli studenti e delle studentesse è in pericolo. E il rischio che qualcuno possa assumere queste sostanze anche senza il parere di uno specialista è concreto. Perché nulla o quasi è stato fatto per aiutare questi ragazzi».

Psicofarmaci a scopo “ricreativo”

Non solo. Preoccupa anche l’uso di psicofarmaci a scopo “ricreativo” tra gli adolescenti: un nuovo fenomeno di dipendenza in costante crescita e che riguarderebbe un giovane su 10. L’allerta arriva dal XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia, apertosi a Milano e Venezia. “Gli psicofarmaci, insieme a un percorso terapeutico a 360 gradi – ha affermato al Tg com Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf – sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi e non bisogna averne paura. Se invece queste cure vengono usate con modalità e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative”.

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