Donzelli contro Conte: “Non puoi darci lezioni. Da premier scarcerasti i mafiosi con la scusa del Covid”
La giustizia continua a essere il terreno di scontro infuocato su cui il Movimento 5 Stelle ha la presunzione di poter entrare a gamba tesa. Giocando sporco. Nessuna lezione può arrivare da loro. Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di FdI zittisce Giuseppe Conte in vena di lezioncine morali al centrodestra. Il capo grillino si era lanciato contro il ministro Carlo Nordio durante una visita al mercato rionale di San Giovanni di Dio a Roma. E’ molto tentato dalla possibilità di appoggiare, con una mozione di sfiducia, la raccolta firme lanciata dal Fatto quotidiano per chiedere le dimissioni del guardasigilli. Nei panni del più bieco populismo, Conte ha affermato: “Il confronto in parlamento con Nordio è stato deludente. Ci preoccupa la prospettiva, delineata da questa maggioranza, che ci porta a ritenere che possa essere a rischio il 41 bis; che possa essere compromessa la capacità di investigare mafia e corruzione con questo dibattito che hanno aperto per limitare le intercettazioni. E ci preoccupa molto, in prospettiva, anche il disegno, facendo saltare l’obbligatorietà dell’azione penale e la separazione delle carriere, di voler asservire il potere giudiziario al potere politico”.
Giustizia, Donzelli zittisce Conte
Gettando in pasto alla gente un po’ di fandonie, spalleggiato dalla raccolta firme del Fatto, Conte si sente protetto, ma perde la memoria. Gliela fa tornare FdI. La prospettiva che “preoccupa” Conte sta solo nella sua testa. Nulla delle sue parole risulta agli atti. Ci sono soli i fatti: il fatto che l’esecutivo di centrodestra tra i primi passi ha effettuato quello relativo alla difesa del carcere ostativo. Rendendo di conseguenza “la vita più dura ai mafiosi”. Non è stato affatto messo in discussione il mantenimento del 41 bis: non si vuole assolutamente toccare il carcere duro. Inoltre, il governo ha più volte ribadito di voler mettere mano alla gestione delle intercettazioni senza toccare quelle che riguardano reati come mafia e terrorismo. Dunque, Donzelli rispedisce al mittente le accuse totalmente campate in aria di Conte. Di più, ricordando che gli italiani hanno seri motivi per avercela con lui per i danni causati dal suo governo a proposito di lotta alla mafia.
Lotta alla mafia, Donzelli a Conte: “Riorda quando scarcerasti i mafiosi”
“Fratelli d’Italia e il Governo Meloni non prendono lezioni da chi, quando era premier, ha scarcerato i mafiosi con la scusa del Covid. Il Governo, fin dal primo atto sul carcere ostativo, ha reso la vita più dura ai mafiosi. Conte invece continua a raccontare falsità e a mettere in dubbio il mantenimento del 41 bis; mentre nessuno nella maggioranza ha mai ipotizzato di toccarlo”. Erano i tempi “bui” di Dj Fofò, alias Alfonso Bonafede, ricordate? Il responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia azzera il capopopolo grillino. Abbia pudore: “Non tiri in ballo il dubbio sul carcere duro ai mafiosi se non vuole indebolire lo Stato nella lotta alla mafia. Non ci siamo scordati -aggiunge- di quando il suo mentore Beppe Grillo diceva che la mafia ‘aveva una sua morale prima di essere corrotta dalla finanza’. Basta messaggi ambigui: dal Governo della Nazione vigileremo affinché da parte dello Stato non ci sia alcun cedimento nei confronti della criminalità organizzata”.
Quando il grillino Bonafede scarcerò i mafiosi con la scusa del Covid
Già, lo ricordiamo tutti quel capitolo infausto del governo Conte: un disastro che trovò origine nella pervicacia con cui l’allora ministro della giustizia Bonafede volle introdurre l’articolo 123: ovvero la detenzione domiciliare speciale per gli ultimi 18 mesi; sul presupposto falso e scientificamente indimostrato e indimostrabile del nesso di causalità tra la detenzione e la propagazione del contagio”. Il tutto – va ricordato- mentre il governo Conte rinchiudeva ai ‘domiciliari’ gli italiani con i suoi dpcm. E allora, niente lezioni. Meglio tacere.