Cristina Comencini, regista e mamma di Calenda: “Scoprii che il comunismo era tragico, oggi mi piace la Meloni”
Una grande regista, Cristina Comencini, una mamma orgogliosa del figlio in politica, Carlo Calenda, ma anche una donna di sinistra che racconta della propria militanza in Lotta Continua negli anni di piombo. In una lunga intervista al Corriere, la Comencini parla molto delle donne, del “me too“, del femminismo, e a sorpresa loda Giorgia Meloni che con la sua affermazione – spiega – ha fatto tanto per le donne.
La regista, “Cuore” e le battaglie per le donne
Il padre, Luigi Comencini, regista di “Cuore”, con il figlio Carlo protagonista nel ruolo del bambino, era nato a Salò: “Figlio di un ingegnere bresciano e di una svizzera di religione valdese. Papà era moralista, severo, taciturno, ma dolce con i bambini. Mia madre invece era figlia di una principessa napoletana”. Comencini ha portato in tv i due grandi libri di formazione degli italiani, Pinocchio e Cuore. “Sempre e solo maschietti. Un giorno gli chiesi: papà, e le femminucce? Mi rispose: le bambine sono già donne”. E Carlo, il figlio, attuale leader di Azione? Cristina Comencini lo descrive così: “Come me: non voleva mai stare fermo. Vivacissimo. Neanche lui amava la scuola, anche se non fu mai bocciato: faceva il suo, poi usciva a giocare. Aveva molti amichetti, che un po’ dirigeva. Prima ancora lo ricordo in piedi nel box, mentre con due compagni di università ripetevo le lezioni d’economia. Perché fu scelto per Cuore?Era lì e con il nonno aveva un rapporto speciale”.
Comencini, Lotta Continua e Giorgia Meloni
L’intervista si sposta poi su temi politici e sulla sua adesione a Lotta Continua. “Non ero una vera militante; anche perché avevo orrore degli scontri di piazza, come di qualsiasi forma di violenza. Il mio compito era prendermi cura dei figli delle compagne. Che quindi giocavano con Carlo”. E il comunismo, su cui ha scritto un libro? “E’ stato una tragedia. La sinistra italiana ha evitato di fare i conti sino in fondo con il passato. Le difficoltà del Partito democratico si spiegano anche così. Per quel romanzo fui attaccata dall’Unità. Mi confortò una lettera di Ezio Mauro, che mi scrisse: finalmente qualcuno ha scritto il libro che mancava sul comunismo italiano”. Poi la lotta al fianco delle donne, nell’era del femminismo anti-berlusconiano, quindi l’era della Meloni, sulla quale Cristina Comencini fa una riflessione: “E‘ una donna che ha fatto un enorme lavoro, in un mondo del tutto maschile. Ha avuto carattere, fortuna, capacità. Ma se ci è riuscita, è anche grazie al movimento delle donne; pure se lei non lo rivendica. Ma alle ultime elezioni ovviamente ho votato per Azione”.