Vaccini, il ministro Schillaci: «La Ue rinegozi i contratti con le aziende produttrici»

9 Dic 2022 13:38 - di Redazione
Schillaci

Rinegoziare gli acquisti dei vaccini anti-Covid con le aziende produttrici. La richiesta, indirizzata all’Unione europea, arriva dal ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto oggi nel Consiglio salute a Bruxelles. «Reputo necessaria la rinegoziazione dei contratti con le case farmaceutiche per la fornitura dei vaccini anti Covid ancora ineseguiti o soltanto parzialmente eseguiti», ha detto il ministro prevedendo «la possibilità di ridurre gli acquisti contrattualmente previsti in funzione dell’effettivo fabbisogno degli Stati». Così facendo, ha spiegato Schillaci, si evitano sprechi di risorse pubbliche e l’eccesso di acquisti di vaccini anti-Covid «in un contesto di domanda calante». Diversamente, la Ue «rischierebbe di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali».

Schillaci: «Rivedere le norme sul risarcimento danni»

Ragione per cui,  «è urgente invitare la CommissioneUe a porre in essere tutte le azioni contrattuali per tutelare i diritti degli Stati membri con riguardo agli Apa (Advanced Purchase Agreement, ndr) sottoscritti». La rinegoziazione, tuttavia deve – a giudizio del ministro – riguardare anche le clausole «sul risarcimento e sull’indennizzo per i danni cagionati dai vaccini», attualmente in carico ai singoli Stati, come pure «le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti, non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri, specialmente dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini, come anche rilevato dalla Corte dei Conti europea».

«Ora acquisti su base nazionale»

Il titolare del dicastero della Salute, infine, ha proposto di tornare «progressivamente» ad un acquisto dei vaccini a livello nazionale, anziché centralizzato a livello Ue come nella fase acuta. Non senza prima sottolineare come gli acquisti centralizzati da parte di Bruxelles abbiano consentito all’Europa di tornare ad una «normalità accettabile». «Se è indubitabile – ha argomentato Schillaci – che nel pieno dell’emergenza pandemica il ricorso a siffatta procedura sia stato proficuo, mi pare che il contesto attuale consenta di individuare strumenti d’acquisto ulteriori legittimando anche un progressivo ritorno a processi di acquisizione ordinari anche su base nazionale».

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