Toninelli, gaffe madornale: “Sono colpevole”: sconcerto al processo Open Arms. E’ subito cabaret

2 Dic 2022 16:40 - di Federica Argento
Toninelli Open Arms

“Sono colpevole delle responsabilità…“. Sconcerto e sorrisetti ironici per la gaffe di Danilo Toninelli nell’aula bunker di Palermo quando prende la parola per dare addosso a Matteo Salvini. L’esponente del Movimento 5 Stelle, ex ministro delle Infrastrutture nel governo gialloverde, non ha perso l’allenamento. Fare gaffe e mettersi nel ridicolo è una vocazione anche lontano da incarichi governativi. Nell’udienza del processo Open Arms che vede l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini accusato di sequestro di persona l’esordio di Toninelli è da avanspettacolo.  Chiamato a ripetere la formula di rito davanti a giudici, pm e avvocati, l’ex ministro fa una figuraccia: inciampa e pronuncia “Colpevole delle responsabilità…”. Gli fanno notare l’errore marchiano:  “Consapevole, non colpevole”. “Ah sì, consapevole…”, risponde con disinvoltura. Il racconto esilarante di Libero. Non certo un bel vedere né un bel sentire…Ci mancava un po’ di cabaret che il grillino ha sempre assicurato…

Toninelli, gaffeur per vocazione: confonde ‘colpevole’ con ‘consapevole’È

Quindi Toninelli entra nel cuore della sua deposizione e nel merito della vicenda Open Arms, scaricando ovviamente tutte le responsabilità su Salvini. “Fu il ministro di allora all’Interno a decidere il divieto di ingresso della nave Open Arms in acque italiane. Però, bisogna contestualizzare il periodo. Il governo di fatto (ai primi di agosto 2019, ndrera già finito. La firma del decreto di divieto di ingresso fu messa il primo agosto 2019. Non ci fu alcun tipo di interlocuzione con il ministro Salvini”. Toninelli fa riferimento allo strappo del Papeete, con cui Salvini di fatto ufficializzò la crisi di governo.

L’ex ministra Trenta surreale

Surreale e stonata anche la deposizione dell’allora ministra della difesa Trenta, d’area 5 Stelle. “Io ricevetti il decreto da firmare, ma era un decreto firmato dal ministro dell’Interno. Perché la competenza del mio ministero era quello di verificare che non si trattasse di una nave militare. Questo era il mio ruolo. Non era un ruolo di decisione”. Insomma, sostiene di aver firmato “tanto per”, per attenersi a una prassi… Come se la sua firma non valesse niente. Surreali deposizioni.

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