Sondaggio dem: «Diteci chi siamo». Tra Schlein e Bonaccini il Pd ha perso la bussola
L’onda e l’ombra. La prima è l’immagine utilizzata da Elly Schlein per allontanare il sospetto di essersi candidata a segretaria del Pd per formare una sua corrente: «Anzi, alzo un’onda per spazzarle tutte», ha obiettato lei. L’ombra, invece, è quella (persistente) di Matteo Renzi che continua a condizionare il dibattito precongressuale dei dem. Al punto da indurre il sempre mite Gianni Cuperlo a cercare un frontale con Stefano Bonaccini, il pretendente al Nazareno più forte di tutti, almeno sulla carta: «Chi ha condiviso la stagione del renzismo e oggi nella critica al capitalismo scavalca le posizioni di Lula, dovrebbe spiegare le ragioni di tanta conversione».
Oltre a Schlein, l’altra donna candidata è De Micheli
Come se non bastasse, ad arroventare l’aria è arrivata anche la “questione meridionale” ad uso interno. Schlein, Bonaccini e Paola De Micheli (la terza candidata) sono tutti e tre del Nord. In altri tempi era un dettaglio, ma ora con l’autonomia regionale differenziata alle porte, il territorio è questione di sostanza. E pare che il Sud invochi la discesa nell’agone di Beppe Provenzano. Nel frattempo, però, il governatore pugliese Michele Emiliano ha già fatto endorsement per Bonaccini. Per candidarsi c’è tempo fino al 27 gennaio. C’è tempo, quindi, perché scenda in campo anche Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, convinto di reclutare supporter tra i primi cittadini. Non però quello di Firenze, Dario Nardella, già accasatosi con Bonaccini (sempre lui!). E forse non sarà il solo.
Il questionario dei “saggi”
Ricapitolando, svariate sono le linee di frattura che agitano il congresso dem: destra-sinistra, Nord-Sud, territorio-apparato. Ogni linea una corrente. L’onda immaginata dalla Schlein per sommergerle potrebbe non bastare se non assume le dimensioni di uno tsunami. Lo sa anche lei e forse è anche questo il motivo per cui insiste nel voler aggiungere la parola “lavoro“ nella ragione social del partito. La sensazione è che il Pd brancoli nel buio alla ricerca di un’identità. Forse si è addirittura perso. È quel che autorizza a pensare l’iniziativa ribattezzata “Documento Bussola“, ideata dal comitato di saggi incaricati di redigere il nuovo Manifesto dei valori. È rivolto ad iscritti e militanti. E sembra contenere una supplica di fondo: «Per favore stabilite voi chi dobbiamo essere». Una prece.