Qatar, l’influenza del cammello fa paura. Ma gli esperti frenano: ecco cosa dicono

15 Dic 2022 15:27 - di Mia Fenice
influenza del cammello

L’ipotesi di influenza del cammello fa discutere gli esperti. «Ritengo plausibile una minima soglia d’allarme rispetto a uno scenario di contagio dal cosiddetto “virus dei cammelli”, non trascurando di ricordare che la Mers è una sindrome respiratoria grave ma già conosciuta». Così all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, commentando un ipotetico rischio di Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, derivante dal rientro dei tifosi dai mondiali di calcio in Qatar.

«La Mers è sorella cattiva del Covid»

«Al netto di ogni deprecabile psicosi – sottolinea – bisogna dire che la Mers è la sorella cattiva della Covid con percentuali di rischio morte ben più elevate tuttavia, dalla letteratura scientifica disponibile, risulta essere molto meno contagiosa, con qualche dubbio relativo al passaggio diretto da uomo a uomo, che farebbe una differenza strategica».

Influenza del cammello, Minelli: «Non ha mai raggiunto dimensioni pandemiche»

«Del resto – prosegue – la Mers, che tanto preoccupa gli sportivi di ritorno dai deserti del Qatar per i mondiali di calcio, ha dato prova di essere temibile ma non ha raggiunto mai dimensioni pandemiche, e questo è un precedente del quale tenere conto e sul quale i ricercatori potrebbero concentrarsi per capire il livello del potenziale allarme».

«Su un punto però dovremmo essere tutti d’accordo – conclude l’immunologo – mettere a frutto la lezione della pandemia da Covid-19 per non trovarci di nuovo in balia delle onde dinanzi ad un eventuale futuro cataclisma sanitario».

Influenza del cammello, Bassetti: «Nessun rischio»

La cosiddetta “influenza del cammello”, anche nota come Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, temuta per il rientro dei tifosi dai Mondiali di calcio in Qatar, «è un virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca. E’ un virus che ha contagiosità molto bassa, quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori». Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Ciccozzi: «Contagi poco probabili»

Per Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, L’influenza del cammello «dal 2021 al novembre 2022 ha causato 2.600 contagi, ha un tasso di letalità alto del 34-36%, ma si trasmette dal dromedario all’uomo e il 90% dei casi registrati quest’anno, meno di una decina, sono di questo tipo e non di trasmissione uomo-uomo che sono poco probabili e solo se si beve il latte crudo di cammello e non toccando l’animale. Quindi il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile».

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