L’affondo di Drusilla Foer: «È da un trentennio che c’è l’aristo-sinistra». E sul comunismo…

9 Dic 2022 12:07 - di Milena Desanctis
Drusilla

Drusilla, l’aristocratica che piace tanto alla sinistra, dà un dispiacere ai sinistri. L’artista chiamata lo scorso anno a condurre il festival di Sanremo con Amadeus nel nome dell’inclusione e del politicamente corretto era stata strumentalizzata dalla sinistra e trasformata in un’icona. Ora in un’intervista al Corriere l’artista dice chiaro e tondo che eliminerebbe tutti i termini che finiscono in “ismo”. “Se fosse santa che cosa eliminerebbe?”, gli chiede il quotidiano milanese. «Tutte le parole che finiscono con -ismo. Buonismo, fascismo, comunismo». E quando il giornalista cita Flaiano che diceva: «Non sono comunista perché non posso permettermelo». Lei risponde: «Ma è da un trentennio che c’è l’aristo-sinistra, dai. Io però non coltivavo le mie radici aristocratiche, piuttosto da ragazza sognavo di diventare una di quelle donnine sexy raffigurate nell’ultima pagina di Diabolik».

Drusilla tra le parole chiave più cercate su Google

Drusilla Foer, alter ego di Gianluca Gori, si racconta dopo un anno particolarmente propizio per lei nella rubrica Italiani del Corriere della Sera. È, infatti, il personaggio rivelazione dell’anno ed è tra le parole chiave più cercate su Google: «Forse perché dico quello che penso senza essere aggressiva. O perché non dico mai “assolutamente sì” e “assolutamente no”, ma preferisco dire “io penso”, “secondo me”. In ogni caso penso che sia un bene che un personaggio che è diventato famoso anche per un discorso (quello sanremese, ndr ) sull’unicità, cioè sull’importanza di accettarsi e essere se stessi, sia accanto a Putin nelle ricerche di Internet. Vuol dire che c’è bisogno anche di umanità e tolleranza».

L’Almanacco del giorno dopo

Però lei sa essere anche perfida. «Diciamo che faccio a pezzi l’ordinario». E la chiamano dappertutto: in teatro, in tv, nei salotti. «Questo non me lo spiego: ovunque io vada finisco sempre per fare dei pipponi. Mi hanno chiamato a partecipare a una serata di Valentino e li ho ammorbati con una roba sull’essere autentici. Non capisco che cosa ci trovino in me». Dal 12 dicembre torna su Rai 2 nel preserale con L’Almanacco del giorno dopo. «Sapesse quanti martiri ho fatto tra gli autori. Sono una donna insopportabile perché mi accanisco a studiare. Ma ho voluto tante rubriche, momenti di divulgazione e poi tanti santi». Il suo preferito? «San Cristoforo, quello che si carica Gesù sulle spalle per trasportarlo al di là dal fiume. Ma amo anche San Sebastiano, poverino: trafitto dalle frecce si salvò perché i centurioni suoi amici non lo colpirono nelle parti vitali, ma capirai che dolore. Poi l’imperatore gli tagliò la testa». La sua fantasia erotica ricorrente? «Enrico Mentana. Mi piace perché è simpatico, sa farmi ridere». Ce ne sono altre simili? «Come no, Michele Santoro. Uno cocciuto, fargli cambiare idea deve essere un’impresa. Però anche con Filippo Timi…».

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